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06/09/2008 - 10:42:22

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PIAZZA ARMERINA - LA GUARDIA DI FINANZA APRE UN INCHIESTA SUL «TESORETTO» DELLA VILLA ROMANA

L'indagine parte dall'esposto di 5 consiglieri


Finisce sotto inchiesta il capitolo 5000 del bilancio comunale e l’uso dei proventi della Villa Romana del Casale, per il 30 per cento spettanti alle casse comunali. La Procura della Repubblica di Enna avrebbe aperto un fascicolo in seguito all’esposto di cinque consiglieri comunali risalente al gennaio di quest’anno. Due ispettori della Guardia di Finanza, ieri mattina, su delega della Procura del Tribunale di Enna, si sono recati presso gli uffici comunali dell’atrio Fundrò per ascoltare alcuni esponenti politici. Le Fiamme Gialle hanno sentito come persone informate dei fatti gli autori dell’esposto, raccogliendo sommarie informazioni. Ad essere ascoltati, dalle 11 alle 13, al secondo piano della delegazione comunale dell’atrio Fundrò, i due consiglieri Giuseppe Capizzi e Giuseppe Falcone, e i due assessori Teodoro Ribilotta e Lillo Cimino, quest’ultimi due ai tempi dell’esposto consiglieri comunali, tutti firmatari del documento che ha fatto scattare l’indagine. E dovrà essere sentito anche il quinto firmatario dell’esposto, l’allora consigliere Salvatore Manuella, impossibilitato per precedenti impegni ieri mattina a raggiungere gli ex colleghi al palazzo comunale. I quattro avrebbero, secondo indiscrezioni, confermato il contenuto dell’esposto, inviato tanto alla Procura della Repubblica di Enna quanto alla Procura Generale della Corte dei Conti di Palermo. Sotto la lente di ingrandimento della magistratura le delibere di giunta comunale del 2007 con le quali il Comune, con il nulla osta del Museo regionale archeologico Villa Imperiale del Casale, attinse al capitolo 5000 per finanziare tutta una serie di iniziative culturali, musicali e sportive tra il maggio e il settembre del 2007. “Iniziative ed attività che nulla hanno a che vedere con la manutenzione e la promozione della Villa Romana del Casale”, hanno affermato i consiglieri nell’esposto dello scorso gennaio. Proprio la polizia giudiziaria ha chiesto ai quattro di riferire eventuali circostanze utili ai fini delle indagini, ulteriori rispetto a quelle accennate nell’esposto. Consiglieri e assessori avrebbero indicato agli inquirenti le delibere sulle quali hanno chiesto un approfondimento giudiziario sull’uso dei fondi della Villa: quella su una gara podistica, sull’Infiorata e su un concerto di musica leggera. Bocche cucite e massimo riserbo da parte dei due ispettori a conclusione delle due ore di audizione. Una prima fase “esplorativa” dell’indagine nella quale non sarebbero presenti iscritti nel registro degli indagati. E nei prossimi giorni altri autorevoli esponenti politici potrebbero essere ascoltati sulla vicenda, sempre come persone informate sui fatti. Le modalità di spesa del “tesoretto” della Villa Romana, come spesso viene definito, hanno sempre alimentato dure prese di posizione. La vicenda legata all’uso dei fondi, però, per la prima volta si sposta dal piano della polemica politica, anche rovente, a quello dell’indagine giudiziaria. La stessa Procura Generale presso la Corte dei Conti verrà informata dell’indagine e dei suoi eventuali sviluppi dall’autorità giudiziaria ennese, con la possibilità di apertura di un fascicolo di indagine suppletivo concentrato sulle sole eventuali responsabilità contabili legate alla vicenda.

Roberto Palermo



 

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