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23/02/2015 - 10:33:53

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CONSORZI - PATRIZIO ROCCAFORTE-: ''LO STATO CONFUSIONALE DEL PARLAMENTO REGIONALE''

Quello espresso dalle comunità locali non è un semplice desiderio sottoposto alla benevola e discrezionale approvazione del legislatore regionale


Consorzi - Patrizio Roccaforte-: ''Lo stato confusionale del Parlamento regionale''

Lo stato confusionale del Parlamento regionale mina i principi costituzionali. Parola di costituzionalista.

Una riforma varata frettolosamente, gestita male e ora rinnegata. Il disegno di legge attualmente all’esame della Commissione affari costituzionali dell’Assemblea regionale cambia schema: non più il 9 (liberi Consorzi) + 3 (Città metropolitane) ma il 3 (Città metropolitane, corrispondenti alle ex province regionali di Palermo, Catania e Messina) + 6 (liberi Consorzi, corrispondenti alle restanti 6 ex province). Tutto cambia perché tutto rimanga uguale. Siamo o no il paese del Gattopardo?
Peccato che tale contro-riforma, peraltro contenuta in un testo formalmente non presentato dal Governo regionale, vada incontro ad un’obiezione insormontabile: viola la volontà dei territori.
Alcuni Comuni, infatti, facendo fede al diritto all’autodeterminazione sancito dal legislatore regionale, avevano deciso di cambiare ente territoriale di appartenenza; da qui, scontri politici, delibere consiliari approvate da ampie maggioranze e confermate per referendum (non senza lievi costi organizzativi) dalle rispettive popolazioni. Tutto inutile, carta straccia: Termini Imerese ritorna nella Città metropolitana di Palermo da cui aveva deciso di staccarsi; lo stesso dicasi per Acireale, Santa Venerina e Aci S. Antonio, che ritornano nella Città metropolitana di Catania, dove peraltro si ritrovano Gela, Niscemi e Piazza Armerina, che invece avevano deciso di aderire non ad essa ma al libero Consorzio di Catania. L’unica possibilità graziosamente concessa loro, sarebbe quella di rientrare nei liberi Consorzi di provenienza - Caltanissetta per i primi due comuni, Enna per il terzo – benché sia lecito dubitare che si ucciderà il vitello grasso per festeggiare il ritorno del figliol prodigo… L’unica cittadina accontentata è Licodia Eubea, che passerebbe come deliberato dal libero Consorzio di Catania a quello di Ragusa.

Ciò rischia di accadere perché il Governo regionale, nel varare il disegno di legge attuativo della l.r. 8/2014 istitutiva dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane, ha deciso di cambiare le regole del gioco, trasformando le ex province regionali di Palermo, Catania e Messina in altrettante  Città metropolitane.
Si obietta che la Regione sia a ciò obbligata dalla “grande riforma economica e sociale” varata a livello statale (art. 6 l. 56/2014 c.d. Del Rio). Ma è la stessa legge (art. 5) a specificare che la Regione, nell’esercizio della propria potestà legislativa esclusiva in materia (art. 14 lett. o) Statuto), è vincolata solo ai suoi principi e non certo alle sue specifiche disposizioni, tanto più quando il loro recepimento produrrebbe conseguenze irragionevoli. Se, infatti, è ipotizzabile assimilare la provincia di Roma con la città metropolitana di Roma, certo non lo è assimilare le città di Palermo, Catania o Messina con i territori delle relative province, diversissimi per densità abitativa, estensione territoriale e interessi socio-economici (si pensi che la Città metropolitana di Catania si troverebbe ad amministrare un territorio vastissimo dalla costa ionica fino a Gela).  
Ma il problema che tale disegno di legge solleva è ben altro: si può con tanta leggerezza ignorare la volontà delle comunità locali espressa secondo legge? 

Il punto, si badi, non è solo politico ma anche giuridico. Quello espresso dalle comunità locali non è, infatti, un semplice desiderio sottoposto alla benevola e discrezionale approvazione del legislatore regionale. È piuttosto una decisione deliberata dai consigli comunali secondo le procedure stabilite e confermata dalle popolazioni per referendum, della quale il Governo regionale è obbligato a prendere atto (art. 2, commi 6 e 7, l.r. 8/2014), così come accade, mutatis mutandis, quando il Capo dello Stato è tenuto a promulgare la legge di revisione costituzionale confermata per referendum (art. 138 Cost.).
È fin troppo facile, allora, prevedere che l’eventuale approvazione di una simile contro-riforma, vanificando il percorso istituzionale dettato dallo stesso legislatore regionale, innescherebbe un contenzioso amministrativo che potrebbe facilmente arrivare fino alla Corte costituzionale. Per evitare una simile prospettiva, sarebbe meglio che la classe politica regionale valutasse bene i rischi di una simile operazione, confrontandosi con le realtà locali interessate per cercare soluzioni di reciproca soddisfazione. Altrimenti, vi è la seria possibilità che una riforma sbandierata come epocale, carica di mille contraddizioni e difetti, ora, al tirare delle somme, nel rinnegare se stessa, leda irreparabilmente il bene più prezioso su cui si fonda il patto tra cittadini e Stato di diritto: la credibilità delle istituzioni.
Salvatore Curreri, professore associato di diritto costituzionale presso UNI KORE
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Dichiarazioni dei Comitati

La richiesta di costituire nuovi assetti politici, sociali ed amministrativi, è stata avanzata dai territori già prima della legge regionale n. 8 del 2014: si ricordi, per esempio, il movimento creato a Piazza Armerina tra il 1986 ed il 1987 a favore della creazione della cosiddetta “provincia del golfo”.
Tale richiesta non nasce per un banale capriccio ma perchè, chi vive il territorio, chi lo sperimenta giorno dopo giorno, e cioè i cittadini, sentono, forte, l'esigenza di doverli modificare per intercettare nuove economie e nuove forme di sviluppo da essi stessi percepiti.
Il legislatore non può e non deve ignorare il sentimento di coloro che conoscono il territorio perchè questi lo vivono ed in esso svolgono le proprie attività.
Al di là di queste considerazioni a questo punto, comunque, non si rivendica solo un'esigenza pratica o il rispetto di un sentimento ma si rivendica anche, e sopratutto, il diritto che le popolazioni hanno acquisito con lo strumento espressivo del principio costituzionale della sovranità popolare: il referendum.
Patrizio Roccaforte, rappresentante del comitato pro referendum di Piazza Armerina
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RISPETTO PER IL POPOLO
Nessuno può bloccare le scelte del popolo. La storia è piena di episodi dove i governanti e legislatori hanno agito contro le reali necessità e richieste del popolo, ed in tutte le situazioni, il popolo reagisce duramente.
In Italia vige la “Democrazia”, facciamo in modo che le regole, anche quelle più elementari del buon senso, vengano rispettate da tutti.
Questa area dimostra da due secoli, che l’attuale suddivisione dell’ente intermedio non è idonea alle reali necessità di questi centri, ora, o il Legislatore ne prende atto e modifica l’attuale suddivisione territoriale, o il popolo siciliano si ritroverà a dover “comparire” ancora sui libri di storia, per rivendicare la “Libertà”… nel 2015 e nell’Unione Europea.
Filippo Franzone, Coordinatore Comitato per lo Sviluppo dell’Area Gelese
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La legge regionale siciliana del 2014 istitutiva dei liberi consorzi comunali e delle città metropolitane in Sicilia, seppure rappresentante una vaga legge quadro, ha come ratio quella di salvaguardare la libertà di scelta di ogni comune di aggregarsi ad un territorio vasto piuttosto che ad un altro. Il disegno di legge in questi giorni al vaglio della Prima Commissione presso l’ARS spazza via tale ratio, in particolare accorpando con atto di imperio alcuni comuni, che avevano adottato delibere in senso contrario o diverse, alle città metropolitane. A parte i dubbi di legittimità costituzionale che da più parti si stanno avanzando con riferimento alla eventuale nuova emananda normativa in materia, non può non rilevarsi che la stessa rappresenterebbe un grave attentato al principio democratico di autodeterminazione delle singole comunità e determinerebbe una evidente perdita di credibilità nei confronti dell’Ente regionale.

Avv. Nando Gambino, (Portavoce del Comitato per il Libero Consorzio Ionico Etneo)



 

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