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03/08/2015 - 08:31:41

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ARRESTATI 11 FEDELISSIMI DI MESSINA DENARO, SI STRINGE IL CERCHIO ATTORNO AL LATITANTE

Per gli inquirenti gestivano il sistema di pizzini del capomafia. Il centro di smistamento dei bigliettini era in un casolare nelle campagne di Mazara del Vallo


Arrestati 11 fedelissimi di Messina Denaro, si stringe il cerchio attorno al latitante

Si stringe sempre di più il cerchio attorno al boss mafioso e superlatitante Matteo Messina Denaro. Gli agenti della Polizia di Stato infatti stanno eseguendo dalle prime luci dell'alba una vasta operazione, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, contro presunti fiancheggiatori del numero uno di Cosa Nostra con arresti e perquisizioni tra le province di Palermo e Trapani. Dopo una lunga indagine portata avanti con appostamenti, telecamere e registratori piazzati in posti impensabili, le forze dell'ordine questa mattina hanno fatto scattare il blitz nei confronti di esponenti di vertice delle famiglie di «Cosa Nostra» trapanese ritenuti presunti favoreggiatori del capomafia latitante Matteo Messina Denaro. All'operazione hanno preso parte decine di agenti provenienti dalle squadre mobili di Palermo e Trapani, con il coordinamento dello Sco, il Servizio Centrale Operativo, e l'ausilio anche del Reparto operazioni speciali dei carabinieri.


In tutto sono undici le persone arrestate. In particolare misure cautelari sono state notificate ai capi del mandamento mafioso di Mazzara del Vallo e dei clan di Salemi, Santa Ninfa e Partanna. Per gli inquirenti sono alcuni dei fedelissimi del boss ed elementi cardine per permettere al latitante di poter comunicare con il gruppo criminale impartendo ordini. Matteo Messina Denaro, come altri capimafia, infatti usa i ‘pizzini' per dare ordini e gestire gli affari e si serve di intermediari attraverso i quali far passare i suoi messaggi. In particolare gli investigatori hanno scoperto che il centro di smistamento dei bigliettini era in un casolare nelle campagne di Mazara del Vallo dove vecchi boss mafiosi nascondevano i pizzini per poi distribuirli ad altri gregari.

Le indagini erano finalizzate a disarticolare la rete che supporta la latitanza del capomafia di Castelvetrano e quindi per fare terra bruciata intorno a lui. L'inchiesta infatti è una naturale prosecuzione delle operazioni «Golem» ed «Eden» condotte dalla polizia e dai carabinieri e che hanno già portato in cella favoreggiatori e familiari del boss. Per gli inquirenti aver colpito il sistema di comunicazioni del boss significa poter fare terra bruciata intorno a lui e quindi arrivare a catturarlo.

 



 

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