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25/11/2015 - 09:08:52

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LUIGI RUSSO RISPONDE ALL'INTERVENTO DI UGO ADAMO SULLA SITUAZIONE INTERNA AL PD

Renzi nel partito e nel governo e persino nel rapporto con i potentissimi sindacati ha dimostrato che ormai comanda lui e non ce n’è più per nessuno.


Luigi Russo risponde all'intervento di Ugo Adamo sulla situazione interna al PD

 Caro Ugo ,
ho letto con molto interesse la tua riflessione sul PD e alla fine mi sono detto:  ma Ugo ha capito ? o fa finta di non aver capito ? poi ci ho ripensato e  mi sono detto: il solito Ugo.  Capisce tutto e fin  troppo bene ma non è nel suo stile  andarsene sbattendo  la porta. E  così rimane appartato  ad aspettare che il PD torni ad essere un Partito politico  come prima e meglio di qualsiasi altro era stato.

Eh…   caro Ugo, in tempi recenti, quando era ancora  un Partito, il PD  sopravviveva declinando l’antiberlusconismo in tutte le salse tanto da ridurre esclusivamente a quello la sua strategia politica; i suoi militanti avevano fatto del Caimano la loro ossessione irrisolta, l’oggetto costante di qualunque dibattito politico che  regolarmente facevano scadere in un rigurgito di contumelie ed  attacchi personali a quel mai riconosciuto leader avversario o meglio nemico che da tempo aveva trasformato  la discesa in  politica in una vendita promozionale di rimedi  irrealizzabili per soddisfare bisogni abilmente mistificati dalla proprietà e gestione delle sue televisioni.

Il PD invece di svelare l’imbroglio si limitava a  sparlare l’imbroglione, insultarlo, demonizzarlo,  vituperarlo.  Gli interessi  del blocco sociale (evasori e ricchi)    garantiti dal grande affabulatore erano indicati soltanto come interessi suoi personali,  perché sarebbe stato perdente, anche per un partito di sinistra, puntare il dito su quel blocco il cui consenso è sempre indispensabile per prendere e  gestire il Potere.
E così cattolici e laici di sinistra avete galleggiato in una pluriennale e sterile  sfida con quel centro-destra che s’identificava in un Unico Grande Capo; una sfida,  fino ad un anno fa,  mai pienamente vinta se è vero,  come è vero , che da tempo si parla del ventennio berlusconiano. 

Poi,  dopo che per tutto questo ventennio il PD ha insegnato ai suoi militanti a riempirsi  la bocca di antiberlusconismo e solo di quello,  adesso per riprendersi  il Potere  con un governo forte, determinato e produttivo questo partito ha  capito che era vincente  accettare, applaudire, osannare e sostenere un personaggio che non solo ha adottato le stesse tecniche comunicative che aveva inventato Berlusconi; non solo , come Berlusconi, ha  letteralmente asfaltato ogni  meccanismo decisionale partecipativo  e democratico all’interno del  partito ,  ma addirittura ha fatto e dice di volere fare le stesse identiche riforme che Berlusconi non era riuscito a fare; non era riuscito  un po’  (molto poco)  per l’opposizione del PD, molto a causa di una lacerante opposizione interna ,   ma soprattutto per l’ostinazione implacabile e risoluta della Magistratura.  Ma, avendo  accettato e osannato un personaggio come Renzi,  inevitabilmente,  il PD ha perso la sua identità di Partito.  
Renzi è una vero leader.

Quello che mancava al PD.  Ha saputo stroncare  ,  prima,  la strategia ossessiva e perdente dell’antiberlusconismo ad ogni costo e, dopo, in questo modo,  lo stesso  Berlusconi come avversario. Certo un Berlusconi acciaccato dall’età, da una condanna penale definitiva e dall’ ennesima perdita costituita dai fuoriusciti di  NCD  ma pur sempre un indomabile avversario.
Ma non ha stroncato  il berlusconismo, sia chiaro.   Quello,  nel bene (?)  e soprattutto  nel male  ce lo teniamo come un’eredità consolidata. 
Il berlusconismo ha eliminato i  partiti , ha trasformato la partitocrazia in oligarchia ,  ha cancellato le ideologie, ha cambiato il confronto politico svuotandolo di  idee e  programmi e riducendolo a spettacolo ed  emozioni.  Talk show e tifo per nascondere interessi e affari.
Renzi è un vero leader  da quando, accentrando e monopolizzando il suo potere dentro e fuori di quello che è rimasto del partito,  è quasi tanto odiato quanto amato.  Ti ricordi di  qualcuno che amasse oppure odiasse Occhetto,  Rutelli, Prodi , Veltroni,  Bersani o Letta ? perfino  D’Alema,   che pure ha sempre avuto un carattere sprezzante e indisponente , nessuno lo mai odiato figurarsi amarlo. 
Berlusconi era diverso: amato e odiato.

Renzi è uguale.  Non ha avversari ma nemici ; certo non ha ancora raggiunto alti livelli di odio ma è appena agli inizi;   però è molto amato e da quando si è  preso il potere ( nel partito e nel governo),  in troppi ,  da tutte le parti , avendo capito che da vero leader sarà un catalizzatore di consenso elettorale ,    sono saliti sul suo carro  per salvare la poltrona o per non restare esclusi dai nuovi assetti di potere che a cascata si andranno a modificare su tutto il territorio (governo,  sottogoverni , Regioni , Comuni,   enti pubblici , società partecipate, banche etc ) ; poi ci sono i fedelissimi della prima ora che costituiscono la cerchia ristretta cui è affidato il compito di trasmettere la volontà del Capo alle altre cerchie concentriche che si vanno formando  come poli di attrazione  per  politicanti  transfughi di ogni colore e per   conventicole di ogni sorta;  ma non importa , purché siano  portatori di pacchetti di voti  e di  inossidabili  clientele.     Infine, Renzi ha , come Berlusconi aveva,  tanti tifosi emotivamente coinvolti dal fascino persuasivo del suo linguaggio a  volte scanzonato e  ironico ma sempre intrigante e persino favoleggiante.

Per tutto  questo,  Renzi  è un leader vincente.
Come Berlusconi è un venditore di sogni  e di emozioni ,  più di Berlusconi sta dimostrando di poter soddisfare qualche bisogno ma guardando esclusivamente a quelli lo votano (centro sinistra) e  di più a quelli che potrebbero votarlo (centrodestra) .  Ma Renzi, , soprattutto , nel partito e   nel governo e persino nel  rapporto con i potentissimi sindacati   ha dimostrato che ormai comanda lui e   non ce n’è più per nessuno.
Salvo eventi straordinari, ci dobbiamo rassegnare a Renzi per un altro ventennio.
A meno che….  quelli del “terzo stato” ( cioè quelli  non garantiti,  senza lavoro, senza reddito, senza casa ,   emarginati sempre perdenti,  esclusi e rassegnati e per questo  astensionisti convinti ) decidano,  in massa,  di tornare a  votare.

Ma  è ipotesi molto improbabile. 
E allora, caro Ugo, se ti è chiaro l’inganno,  e si capisce che ti è chiaro, non t’ibernare, non restare nell’angolo. Il PD da tempo non è più il partito dell’incontro e della sintesi di cattolicesimo e socialismo , è diventato un'altra cosa;  il partito  dei politicanti voltagabbana, delle combriccole di piccolo cabotaggio e dei Poteri forti; ma anche  il partito degli ideali infranti e delle speranze deluse , cioè il partito di Renzi  come tu stesso hai scritto.
Allora esci, esci sbattendo la porta.  Meglio “sciolto”   che legato,   anche solo per un filo che è pur sempre quello di un burattinaio. 

Con grande affetto  e immutata stima, un abbraccio.  Luigi  

 



 

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