Caro Ugo , ho letto con molto interesse la tua riflessione sul PD e alla fine mi sono detto: ma Ugo ha capito ? o fa finta di non aver capito ? poi ci ho ripensato e mi sono detto: il solito Ugo. Capisce tutto e fin troppo bene ma non è nel suo stile andarsene sbattendo la porta. E così rimane appartato ad aspettare che il PD torni ad essere un Partito politico come prima e meglio di qualsiasi altro era stato.
Eh… caro Ugo, in tempi recenti, quando era ancora un Partito, il PD sopravviveva declinando l’antiberlusconismo in tutte le salse tanto da ridurre esclusivamente a quello la sua strategia politica; i suoi militanti avevano fatto del Caimano la loro ossessione irrisolta, l’oggetto costante di qualunque dibattito politico che regolarmente facevano scadere in un rigurgito di contumelie ed attacchi personali a quel mai riconosciuto leader avversario o meglio nemico che da tempo aveva trasformato la discesa in politica in una vendita promozionale di rimedi irrealizzabili per soddisfare bisogni abilmente mistificati dalla proprietà e gestione delle sue televisioni.
Il PD invece di svelare l’imbroglio si limitava a sparlare l’imbroglione, insultarlo, demonizzarlo, vituperarlo. Gli interessi del blocco sociale (evasori e ricchi) garantiti dal grande affabulatore erano indicati soltanto come interessi suoi personali, perché sarebbe stato perdente, anche per un partito di sinistra, puntare il dito su quel blocco il cui consenso è sempre indispensabile per prendere e gestire il Potere. E così cattolici e laici di sinistra avete galleggiato in una pluriennale e sterile sfida con quel centro-destra che s’identificava in un Unico Grande Capo; una sfida, fino ad un anno fa, mai pienamente vinta se è vero, come è vero , che da tempo si parla del ventennio berlusconiano.
Poi, dopo che per tutto questo ventennio il PD ha insegnato ai suoi militanti a riempirsi la bocca di antiberlusconismo e solo di quello, adesso per riprendersi il Potere con un governo forte, determinato e produttivo questo partito ha capito che era vincente accettare, applaudire, osannare e sostenere un personaggio che non solo ha adottato le stesse tecniche comunicative che aveva inventato Berlusconi; non solo , come Berlusconi, ha letteralmente asfaltato ogni meccanismo decisionale partecipativo e democratico all’interno del partito , ma addirittura ha fatto e dice di volere fare le stesse identiche riforme che Berlusconi non era riuscito a fare; non era riuscito un po’ (molto poco) per l’opposizione del PD, molto a causa di una lacerante opposizione interna , ma soprattutto per l’ostinazione implacabile e risoluta della Magistratura. Ma, avendo accettato e osannato un personaggio come Renzi, inevitabilmente, il PD ha perso la sua identità di Partito. Renzi è una vero leader.
Quello che mancava al PD. Ha saputo stroncare , prima, la strategia ossessiva e perdente dell’antiberlusconismo ad ogni costo e, dopo, in questo modo, lo stesso Berlusconi come avversario. Certo un Berlusconi acciaccato dall’età, da una condanna penale definitiva e dall’ ennesima perdita costituita dai fuoriusciti di NCD ma pur sempre un indomabile avversario. Ma non ha stroncato il berlusconismo, sia chiaro. Quello, nel bene (?) e soprattutto nel male ce lo teniamo come un’eredità consolidata. Il berlusconismo ha eliminato i partiti , ha trasformato la partitocrazia in oligarchia , ha cancellato le ideologie, ha cambiato il confronto politico svuotandolo di idee e programmi e riducendolo a spettacolo ed emozioni. Talk show e tifo per nascondere interessi e affari. Renzi è un vero leader da quando, accentrando e monopolizzando il suo potere dentro e fuori di quello che è rimasto del partito, è quasi tanto odiato quanto amato. Ti ricordi di qualcuno che amasse oppure odiasse Occhetto, Rutelli, Prodi , Veltroni, Bersani o Letta ? perfino D’Alema, che pure ha sempre avuto un carattere sprezzante e indisponente , nessuno lo mai odiato figurarsi amarlo. Berlusconi era diverso: amato e odiato.
Renzi è uguale. Non ha avversari ma nemici ; certo non ha ancora raggiunto alti livelli di odio ma è appena agli inizi; però è molto amato e da quando si è preso il potere ( nel partito e nel governo), in troppi , da tutte le parti , avendo capito che da vero leader sarà un catalizzatore di consenso elettorale , sono saliti sul suo carro per salvare la poltrona o per non restare esclusi dai nuovi assetti di potere che a cascata si andranno a modificare su tutto il territorio (governo, sottogoverni , Regioni , Comuni, enti pubblici , società partecipate, banche etc ) ; poi ci sono i fedelissimi della prima ora che costituiscono la cerchia ristretta cui è affidato il compito di trasmettere la volontà del Capo alle altre cerchie concentriche che si vanno formando come poli di attrazione per politicanti transfughi di ogni colore e per conventicole di ogni sorta; ma non importa , purché siano portatori di pacchetti di voti e di inossidabili clientele. Infine, Renzi ha , come Berlusconi aveva, tanti tifosi emotivamente coinvolti dal fascino persuasivo del suo linguaggio a volte scanzonato e ironico ma sempre intrigante e persino favoleggiante.
Per tutto questo, Renzi è un leader vincente. Come Berlusconi è un venditore di sogni e di emozioni , più di Berlusconi sta dimostrando di poter soddisfare qualche bisogno ma guardando esclusivamente a quelli lo votano (centro sinistra) e di più a quelli che potrebbero votarlo (centrodestra) . Ma Renzi, , soprattutto , nel partito e nel governo e persino nel rapporto con i potentissimi sindacati ha dimostrato che ormai comanda lui e non ce n’è più per nessuno. Salvo eventi straordinari, ci dobbiamo rassegnare a Renzi per un altro ventennio. A meno che…. quelli del “terzo stato” ( cioè quelli non garantiti, senza lavoro, senza reddito, senza casa , emarginati sempre perdenti, esclusi e rassegnati e per questo astensionisti convinti ) decidano, in massa, di tornare a votare.
Ma è ipotesi molto improbabile. E allora, caro Ugo, se ti è chiaro l’inganno, e si capisce che ti è chiaro, non t’ibernare, non restare nell’angolo. Il PD da tempo non è più il partito dell’incontro e della sintesi di cattolicesimo e socialismo , è diventato un'altra cosa; il partito dei politicanti voltagabbana, delle combriccole di piccolo cabotaggio e dei Poteri forti; ma anche il partito degli ideali infranti e delle speranze deluse , cioè il partito di Renzi come tu stesso hai scritto. Allora esci, esci sbattendo la porta. Meglio “sciolto” che legato, anche solo per un filo che è pur sempre quello di un burattinaio.
Con grande affetto e immutata stima, un abbraccio. Luigi
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