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18/01/2016 - 09:14:56

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BIANCO ROSSO E FARAONE

I partiti, oramai collettori di interessi di pochi a scapito del buon governo.


Bianco Rosso e Faraone Bianco Rosso e Faraone

Catello Maresca, pubblico ministero di Napoli, titolare di importanti inchieste sulla mafia, ma anche di delicate vicende afferenti ad abusi della cosiddetta antimafia, intervistato da un noto settimanale, ha parlato di “estremisti dell'antimafia che si anniderebbero nelle associazioni nate per combattere la mafia e che tendono, invece, a farsi mafiose loro stesse". Il riferimento era anche per don Luigi Ciotti che, però, non ci sta, anticipando denuncie per diffamazione.

La querelle dei beni confiscati si sposta da Palermo a Roma e Libera torna ad essere bersaglio di polemiche. In altre mie “Opinioni” avevo accennato a certi abusi del don dan, ma stavolta è un magistrato ad attaccare l'associazione fondata da Ciotti, che gestisce i beni attraverso cooperative non sempre affidabili. Il magistrato ritiene che questa “antimafia sia incompatibile con lo spirito dell'antimafia iniziale. Libera è stata un'importante associazione antimafia, ma oggi sembra un partito che si è auto-attribuito un ruolo diverso. Gestisce i beni sequestrati alle mafie in regime di monopolio e in maniera anticoncorrenziale”, si parla di centinaia di milioni di euro, la più potente e denarosa lobby antimafia, una gestione ritenuta pericolosa dal magistrato. Don Luigi Ciotti, “ricco” uomo di fede e di misericordia, a chi rivolgerà le sue giaculatorie per allontanare i sospetti che da tempo “dondolano” attorno a lui e alla sua gestione?

Il governo regionale della trinacria cerca la ribalta con nuove riforme, tagliando uffici e chiudendo sedi, invece di rivedere competenze degli enti “chiusi” con legge regionale. I servizi regionali turistici, per esempio, cioè le ex aziende di soggiorno e turismo, cui si dovrebbero invece affidare le competenze che furono delle aziende provinciali per il turismo e poi delle province, chiuderanno o trasformeranno gli uffici periferici come quello di Piazza Armerina. Il lavoro “sporco” è stato affidato al nostro assessore regionale, in quanto responsabile della Funzione, che però non funziona, per cui l’ufficio turistico diventerebbe un visitors center per informazioni turistiche e intese operative con il Parco e altri luoghi della cultura, sempre senza soldi e badget per acquistare toner e carta, non parliamo di materiale promo pubblicitario, video e quant’altro per incentivare l’incoming di turisti e visitatori. Ma come mai tante intelligenze si sprecano per così poco? Perché non ci si occupa del neonato IRSAP, tanto per fare un esempio, già vecchio stante le attività che non svolge, con grave nocumento per l’erario siciliano, dato che si pagano a vuoto personale per non fare niente e comunque le spese della prestigiosissima sede voluta dal nostro governatore per sostenere con gli uomini dell’industria de noiartri, che poi gli si sono rivoltati contro con acredine, la rivoluzione e la pulizia nel settore gestito antecedentemente dalle ASI nelle nove province? 

Bianco a Catania oramai inaugura in fascia e in pompa magna anche un semaforo. L'evento, con passerella politica e grande cerimonia di debutto dello stesso, nei tre colori a chiamata pedonale, situato presso il viale Castagnola, nei pressi della scuola adiacente, ha attirato passanti e curiosi. Per questo il nostro sindaco si è rivolto ad altri per essere iniziato al suo percorso nel PD o per il caos, l’ingovernabilità e quello che sta accadendo in questo partito a Catania, dovute alle continue lacerazioni e frammentazioni del tessuto politico e dall’incancrenirsi delle diverse realtà nate e cresciute all’ombra delle segreterie politiche? Un precipizio con un lento logorio che ha portato alla fine della politica e dei partiti, oramai collettori di interessi di pochi a scapito del buon governo.

Una vera e propria lotta fratricida, combattuta a suon di spartizioni, sottogoverni e posizionamenti che vanno oltre la normale dialettica partitica, caratterizzando Catania con vere e proprie patologie. Se qualche malelingua ha pensato che la scelta di far aderire Piazza Armerina alla città metropolitana di Catania, di creare cioè il consorzio capitanato dalla città di Sant’Agata è stata influenzata dal rapporto del nostro sindaco con Bianco, che, non dimentichiamolo, nelle ultime amministrative salì sul palco del barone Rosso di Enna per sostenerlo, sappia che non era vero, perché se lo fosse stato, farebbe bene a chiedersi perché poi cercare il faraone, non quello egizio, per l’ingresso nel più gettonato e sovrafollato partito del terzo millennio in Italia. Non bastava la fascia del sindaco etneo? Speriamo almeno che non sia un remake del film di Verdone, Bianco Rosso e Faraone.      

Infine, l'ARS ha bocciato con voto segretissimo il DDL presentato dal nostro vice presidente vicario e sostenitore del governatore con cui si sarebbe consentito ai lavoratori della Formazione di creare cooperative e partecipare ai bandi. Lo stop istituzional trasversale della stessa maggioranza è stato dovuto alle critiche piovutegli perché avrebbe favorito "i grossi enti di Formazione". L’intento del disegno era di  offrire "una possibilità di sollievo ad alcuni lavoratori e alle rispettive famiglie, agli allievi un rafforzamento dell'offerta formativa, estendendo l'ambito dei soggetti legittimati a presentare istanze di partecipazione al PROF alle cooperative di lavoro e alle associazioni di lavoratori, anche di nuova costituzione, fondate da operatori iscritti all'albo regionale e non più occupati presso gli enti formativi di provenienza”, per partecipare ai bandi ed avvisi già pubblicati e ancora non scaduti.

Ma l'Ars ha detto no. Lo stesso Marziano, assessore al ramo, in rappresentanza del governo che inizialmente si era dichiarato favorevolmente, ha scaricato il nostro compaesano, con la scusa che il testo presentato era di origine parlamentare e quindi non voluto dall'esecutivo, ove è presente l’altra nostra compaesana. Ma non potrebbero parlarsi quando sono a Piazza, scevri da impegni istituzionali, o hanno altro di cui profferire?

Conseguentemente, il gruppo Il Megafono-PSE non esiste più, poiché da oggi la denominazione unica è quella di PSE, perdendosi così in pezzi il corso rivoluzionario del Che Guevara di Gela. A darne notizia all’ARS è stato lo stesso vice presidente vicario, che ha ottenuto dagli altri colleghi, che condividono con lui l’esperienza, la nuova designazione e che a Piazza aveva rifondato il Partito Socialista Europeo per seguire il percorso social politico del nostro sindaco, poi interrottosi sulla via di Damasco.

Michelangelo Trebastoni



 

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