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22/02/2016 - 08:55:39

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''MILIONI DI ITALIANI VI ASPETTANO: APPROVATE SUBITO LE UNIONI CIVILI''

Lettera-appello ai parlamentari da oltre 400 esponenti di cultura, spettacolo, musica, editoria che sostengono la legge Cirinnà.


''Milioni di italiani vi aspettano: approvate subito le Unioni civili'' Da Andrea Camilleri a Roberto Bolle, da Daria Bignardi a Jovanotti, da Tiziano Ferro a Maurizio Cattelan, da Franca Sozzani ad Antonio Sellerio, da Eros Ramazzotti a Laura Pausini, da Paolo Virzì a Massimo Recalcati. Il mondo della cultura, della musica, dello spettacolo, dell’arte, della moda e dell’editoria si mobilita in sostegno della legge Cirinnà sulle Unioni civili. Per non perdere l’appuntamento con la Storia e riconoscere finalmente anche in Italia i diritti delle coppie omosessuali. È questo il senso della lettera rivolta ai parlamentari e firmata da più di quattrocento fra attori, registi, cantanti, ballerini, presentatori, giornalisti, musicisti, dj, stilisti, editori, scrittori, intellettuali e imprenditori. Un appello che è anche una petizione aperta a tutti, lanciata sulla piattaforma Change.org (clicca qui per firmare)

Siamo fuori tempo massimo", si legge nella lettera, come hanno indicato la Consulta e la Corte europea dei diritti umani. E non si può non trovare un accordo su un provvedimento che è già frutto di un lungo compromesso e che garantisce alle persone Lgbt il "minimo sindacale" sul piano dei diritti. Un limite, chiariscono i firmatari, "oltre il quale non si può sconfinare, perché significherebbe approvare una legge di facciata o peggio lesiva", rimandando al mittente il riconoscimento di legittimità di milioni di italiani e delle loro famiglie.
 
"Tutto è nato dopo Sanremo – ci racconta l’artista e scrittore Sebastiano Mauri, promotore dell’iniziativa con l’aiuto dello psichiatra Vittorio Lingiardi e dell’attore Filippo Timi – dove tanti cantanti hanno coraggiosamente decorato l’asta del microfono con nastri arcobaleno, schierandosi a favore delle unioni civili. Mi sembrava inquietante il silenzio del resto del mondo della cultura. Poi, di fronte allo spettacolo penoso andato in scena nell’aula del Senato, ho deciso di sfogare la mia indignazione scrivendo una lettera

indirizzata al Parlamento, che è diventata il testo dell’appello. Con un semplice passaparola fra amici siamo arrivati a più di 400 adesioni, segno che la mia frustrazione è condivisa da tanti esponenti mediatici della cultura e dell'imprenditoria italiane".

LEGGI L'APPELLO



 

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