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04/03/2016 - 09:14:55

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LIBIA, LA FARNESINA: “UCCISI DUE DEI QUATTRO ITALIANI RAPITI A LUGLIO”

Le due vittime sarebbero Fausto Piano e Salvatore Failla. Uccisi durante uno scontro a fuoco a seguito di un blitz anti Isis nell'area di Sabratha


Libia, la Farnesina: “Uccisi due dei quattro italiani rapiti a luglio” Due dei nostri quattro connazionali rapiti nel luglio scorso in Libia sarebbero stati uccisi nella regione di Sabrata durante una sparatoria avvenuta a seguito di un blitz anti Isis nell'area, lo comunica la Farnesina in un nota diffusa questa mattina. Le due vittime sarebbero Fausto Piano e Salvatore Failla. "Relativamente alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, apparentemente riconducibili a occidentali, la Farnesina informa che da tali immagini e tuttora in assenza della disponibilità dei corpi, potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni ‘Bonatti', rapiti nel luglio 2015" spiegano dal Ministero degli Esteri nella nota stampa.

Le autorità italiane hanno già informato i familiari dei due, anche se sono ancora in corso le verifiche del caso "rese difficili, come detto, dalla non disponibilità dei corpi". I corpi dei due italiani, rapiti insieme ai colleghi Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, sarebbero visibili in alcuni video girati dopo un blitz delle autorità libiche contro un presunto covo dell'Isis avvenuto nella giornata di mercoledì. Dopo l'operazione militare delle forze di sicurezza libiche, il portavoce del Consiglio militare di Sabrata aveva spiegato che nel corso del raid erano stati uccisi sette miliziani islamici mentre altri tre erano fuggiti. Dai video girati però ci si è resi contro che tra le vittime vi erano anche occidentali.

Come ha spiegato il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Giampiero Massolo, al Tg1: "Dalle foto in nostro possesso ci sono somiglianze con almeno due dei tecnici che a suo tempo sono stati sequestrati. Ma ci sono altri due nostri connazionali da salvare e questo dovrebbe indurre a non dire o fare cose che potrebbero compromettere le attività in corso". "Usati come scudi umani o uccisi durante un trasferimento" Un testimone libico, interpellato dall'Ansa, riferisce che i due italiani sarebbero stati usati come scudi umani dai jihadisti durante il blitz armato. Secondo fonti giudiziarie, i due italiani invece sarebbero stati uccisi durante un trasferimento alla periferia di Sabrata. I due si sarebbero trovati al centro di un violento conflitto a fuoco tra le forze di sicurezza libiche e i jihadisti. Il convoglio su cui viaggiavano sarebbe stato intercettato e attaccato da forze libiche che avrebbero ucciso tutti i componenti della colonna.

Le salme sarebbero state recuperate poi dai miliziani. L'apprensione dei familiari di Piano e Failla "La Farnesina mi ha avvertito di quello che è accaduto, ma non mi hanno ancora dato la certezza che mio marito sia davvero morto. Io prego che non sia vero" ha dichiarato in lacrime la moglie di Salvatore Failla dopo essere stata informata dal Ministero. "La signora non si da pace – dal primo bombardamento, il 19 febbraio scorso, era molto preoccupata perché temeva che una cosa del genere potesse accadere. La signora Castro sta vivendo momenti terribilmente drammatici. Mi auguro soltanto che se ci sono responsabilità, ovunque esse siano queste responsabilità siano individuate", ha dichiarato invece il suo avvocato Francesco Caroleo Grimaldi. "Mi hanno chiamato ma ancora non abbiamo conferme ufficiali", ha spiegato anche il sindaco di Capoterra, città di Fausto Piano.

Minniti: "Vivi gli altri due rapiti" Intanto, dopo la diffusione della notizia, il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza, ha convocato con urgenza per questo pomeriggio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi, Marco Minniti, per essere informato sui fatti. Nel corso dell'audizione Minniti avrebbe rivelato che gli altri due italiani rapiti in Libia nel luglio scorso sono vivi. Lo rivela l'AdnKronos. I due connazionali sono Filippo Calcagno, 65enne di Piazza Armerina (Enna), già tecnico Eni, e Gino Pollicardo, originario di Monterosso, in provincia di La Spezia. Per i media libici sarebbero nelle mani del leader locale dell'Isis. Inizialmente, mostrando le immagini dei cadaveri, fonti libiche avevano parlato di jihadisti italiani che combattevano con l'Isis e uccisi negli scontri in corso da giorni tra gli uomini del Califfato e le milizie libiche. Le stesse fonti avevano mostrato il cadavere di uomo con la barba bianca e con addosso una tuta blu affermando che si trattava di "uno degli italiani uccisi" e che "ci sono ancora altri due italiani che si trovano in una zona ignota di Sabrata". 



 

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