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12/04/2016 - 10:36:44

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LA NASCITA DEL MANIFESTO: PUBBLICITÀ SOTTO FORMA D'ARTE

Un duo che, oggi, appare davvero difficile scindere. Eppure la realtà è ben diversa:


La nascita del manifesto: pubblicità sotto forma d'arte  Eppure la realtà è ben diversa: il manifesto, infatti, è nato come una vera e propria opera d'arte, fino ad arrivare ad essere un potentissimo mezzo di propaganda di ideali e di correnti politiche, come ad esempio i totalitarismi. Prima di arrivare alla nostra epoca, famosa per quel fattore di riproducibilità tecnica che riduce tutto alla produzione commerciale in serie, il manifesto è stato protagonista di momenti decisivi per l'evoluzione della nostra società. Sarà dunque molto interessante compiere un salto nel passato, e ripercorrere brevemente tutte le tappe che hanno sancito l'ascesa del manifesto pubblicitario.

Le origini del manifesto alla fine dell' 800

Il manifesto nasce con la Rivoluzione Industriale, alla fine del XIX secolo. L'atmosfera in Europa è frizzante, gioiosa e particolarmente aperta alle novità: l'industrializzazione e l'espansione urbana scatenano una crescita demografica senza precedenti e la nascita della società di massa, un pubblico che nel corso degli anni diventerà il bersaglio prediletto delle campagne promozionali. Ed è proprio in questo senso che nasce il manifesto: un mezzo pubblicitario che ha lo scopo di catturare l'attenzione di un pubblico vastissimo, e che in poco tempo arriva a tappezzare i muri delle città. Soprattutto di Parigi, che può vantare una larga schiera di artisti del manifesto, del calibro di Toulouse-Lautrec e di Jules Cheret. Proprio Cheret, infatti, è il primo ad intuire che l'utilizzo delle figure femminili nei manifesti genera un grado d'attenzione maggiore nel pubblico: un fattore che ancora oggi viene sfruttato nella pubblicità.

Dall'esordio italiano ai totalitarismi 'creativi'

Ben presto il manifesto farà capolino anche in Italia, secondo lo stile liberty già ampiamente rodato in Francia. Nel nostro Paese, però, saranno soprattutto le locandine di teatri e di cinema a tappezzare i muri cittadini: merito soprattutto della vena artistica di Leonetto Cappiello, che realizza soggetti fantastici che non hanno apparentemente nulla a che vedere con i prodotti reclamizzati, ma che agiscono sull'inconscio del pubblico attivando il ricordo del prodotto. Una tecnica di persuasione che verrà rispolverata durante la Seconda Guerra Mondiale dal nazismo e dal fascismo, attraverso manifesti di propaganda in grado di segnare l'immaginario collettivo, e che ancora oggi rappresentano una forma d'arte.

L'epoca moderna: la creatività si piega alle nuove tecnologie

La stampa si evolve, nasce il fotoritocco e la creatività comincia a diventare sempre più particolare, così da differenziarsi dai concorrenti: è l'epoca della modernità, dove i cartelloni ed i manifesti cominciano a diventare prettamente commerciali, anche se in rari casi standardizzati. Nasce soprattutto Internet, un canale nuovo, che permette alle aziende di ottenere la stampa dei manifesti direttamente online: presso tipografie digitali specializzate come Pressup.it, oggi infatti è possibile gestire facilmente e personalmente la stampa, abbattere gli altissimi costi di stampa e diffondere a macchia d'olio una forma di marketing basata sui manifesti pubblicitari.

Carta VS pixel: il ritorno dei manifesti

Oggi ci troviamo ad affrontare un momento di rivalsa per i manifesti pubblicitari. Le persone stanno infatti cominciando a sviluppare protezioni mentali anche contro la pubblicità sul web, sempre meno efficace, ed il manifesto torna ad essere uno strumento di marketing particolarmente significativo. Le sue indubbie qualità non sono infatti diminuite, ed anzi vengono arricchite da nuovi design sempre più in linea con i tempi. Nel futuro, dunque, il manifesto continuerà ad occupare un posto di rilievo nella pubblicità.



 

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