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30/07/2016 - 07:07:51

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TURISMO: PIAZZA ARMERINA SPARITA DAI CIRCUITI TURISTICI NAZIONALI E INTERNAZIONALI.

Ad un aumento negl'ultimi sei mesi dei visitatori alla Villa romana del Casale corrisponde ad una diminuzione dei pernottamenti in città. I dati diffusi in settimana dall’assessore Barbagal


Turismo: Piazza Armerina sparita dai circuiti turistici nazionali e internazionali. Il sabato del villaggio
30 luglio 2016 

Cronaca di una morte annunciata. Non viene in mente nessun altro commento relativo a Piazza nel leggere i dati diffusi in settimana dall’assessore regionale del turismo Anthony Barbagallo. Il quinquennio 2013-2018 verrà ricordato come quello che ha visto sparire Piazza dai circuiti turistici nazionali e internazionali.
I dati. Il primo semestre 2016 fa registrare alla Sicilia un +21,6% rispetto allo stesso periodo 2015. Un dato impressionante che presenta dati ancora più interessanti in alcune zone della Sicilia: nel ragusano i pernottamento sono aumentati del 182,5%. Se non è un record mondiale, è comunque un dato straordinario. Al secondo posto si colloca la ex provincia di Catania con un aumento del 36%, poi Trapani e Siracusa con un aumento superiore al 18%, quindi Messina, Palermo e Agrigento. E i dati dell’ennese? Straordinari! – 16,3%. Dico: meno sedicivirgolatrepercento! Un dato devastante, soprattutto per Piazza, se si considera che turismo nella ex provincia di Enna significa (significava) Piazza.
Continua Barbagallo: «E’ l’effetto trascinamento dei piccoli centri … il 70,1% dei visitatori arriva in Sicilia per l’enogastronomia, o almeno anche per quella». 

Vogliamo farci ancora del male? La Sicilia è la regione italiana che vanta il maggiore numero di siti Unesco, otto, tra cui la Villa Romana del Casale, tre beni immateriali (Opera dei pupi, Dieta mediterranea e vite ad alberello di Pantelleria) ed è patria di una delle tre radici del jazz che dal 2012 è stato definito dall’Unesco “linguaggio universale della pace perché strumento di sviluppo e crescita del dialogo interculturale volto alla tolleranza e alla comprensione reciproca” e ha anche una giornata internazionale che si celebra il 30 arile di ogni anno.

Un terzo dei turisti viene in Sicilia per visitare i siti Unesco mentre i festival rappresentano i principali attrattori “immateriali” delle piccole città (Marzamemi, Castelbuono, Castellammare, Gibellina, tra gli altri).
Piazza è un piccolo centro, ha il primo sito Unesco riconosciuto in Sicilia, aveva un evento turistico di prim’ordine ormai ridotto a comparsata (il Palio dei Normanni), aveva costruito una importante tradizione nel panorama jazzistico nazionale e aveva inventato una manifestazione enogastronomica internazionale sulla dieta mediterranea e l’interculturalità attorno alle tavolate di San Giuseppe (Medieterranea). Tutti gli ingredienti, cioè, per un balzo in avanti delle presenze nelle strutture ricettive. E invece? Ecco i dati (quelli del 2015 non sono stati ancora diramati dal’assessorato)

Arrivi e presenze 1969 – 2015

1969

1995

2000

2005

2008

2010

2014

2016

Totale presenze

15647

25746

47851

40749

35156

40009

32483

- 16,3% sul 2015

Totale arrivi

19531

27460

30114

23771

25892

21324



Arrivi e presenze 2007 – 2016

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2016

Totale presenze

32375

35156

36339

40009

40023

42588

33600

32483

- 16,3% sul 2015

Totale arrivi

23376

23771

25740

25892

23715

24928

21895

21324

La prima volta che vengono rilevati i dati delle presenze nelle strutture ricettive, nel 1969, si registrano 15647 presenze, cioè pernottamenti. Nel 1995, subito prima del riconoscimento Unesco, sono saliti, ma non tantissimo (25746). L’inserimento nella World Heritage List produce il balzo in avanti che raddoppia quasi i pernottamenti portandoli oltre i 47 mila (ma è anche l’anno del grande Giubileo). Poi si mantiene sempre sopra i 40 mila, ma riducendosi progressivamente per il cattivo stato dei mosaici e la pessima fruibilità della villa. Nel 2007 hanno inizio i lavori alla Villa e Piazza soffre della ridotta attrattività del bene, ma già dal 2008 inizia una inversione di tendenza. Tra il 2008 e il 2007 le presenze aumentano dell’8,5%; tra il 2009 e il 2008 del 3,3%; tra il 2010 e il 2009 del 10%; tra il 2011 e il 2010 si mantengono costanti; tra il 2012 e il 2011 aumentano del 6,4%,superando i 42500 pernottamenti. In totale tra il 2012 e il 2007 le presenze aumentano del 31,5%.

Sono questi gli anni di chiusura totale o parziale della Villa, il che dimostra che in quella fase non è più il bene Unesco a trainare, ma, come le due ruote della bicicletta, insieme ai mosaici, hanno successo il centro storico e gli eventi che ospita. Da allora, il buio. Nel 2013 il crollo del 22%; l’anno successivo un’ulteriore riduzione del 4% e ora un nuovo crollo del 16% che porterebbe le presenze al 60% di quelle del 2012, con un crollo del 40% (poiché ogni pernottamento significa almeno una spesa di 100 euro a Piazza, vuol dire che avere oltre 15 mila pernottamenti in meno rispetto al 2012 implica una riduzione del reddito legato al turismo di almeno 1,5 milioni di euro ogni anno).

La scomparsa di Piazza, del suo centro storico e dei suoi eventi dal mercato del turismo ha, inoltre, trascinato con sé la Villa proprio negli anni in cui avrebbe dovuto avere il boom dopo i lunghi restauri. Infatti le presenze alla Villa erano diminuite progressivamente dai 458 mila del 2002 (anno della crisi mondiale del turismo a seguito dell’abbattimento delle Torri gemelle, che spinse in alto le presenze in Sicilia) ai 311 mila del 2008, fino a giungere al minimo del 2010 di 244 mila visitatori (l’anno più pesante per i lavori di restauro). Poi avevano cominciato a crescere dal 2011 superando i 310 mila nel 2012 e i 330 mila nel 2013. Negli anni successivi, invece, c’è stata una nuova preoccupante inversione di tendenza che ha fatto perdere 10 mila visitatori l’anno fino ai 312 mila del 2015. La ripresa delle visite alla Villa nel 2016, che vede un aumento di 7500 presenze nei primi sei mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, in contemporanea con la riduzione dei pernottamenti in città, sottolinea, se ce ne fosse bisogno, il fatto che c’è di nuovo un drammatico scollamento tra il bene archeologico e la sua città.

Carmelo Nigrelli



 

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