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03/08/2016 - 08:50:36

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LEGAMBIENTE SICILIA: '' GLI INCENDI CONTINUANO A DEVASTARE IL TERRITORIO''

''Sono certamente diverse le cause che concorrono ma appare evidente che non vi sia una efficace attivitą di prevenzione e repressione''


Legambiente Sicilia: '' Gli incendi continuano a devastare il territorio'' [COMUNICATO STAMPA]  Gravità della situazione degli incendi. Adozione di prime misure urgenti. Gli incendi continuano a devastare il territorio siciliano, a distruggere le aree naturali protette e a minacciare sempre di più centri abitati ed attività economiche. Gli assetti organizzativi e logistici in atto nonché le attività di vigilanza e controllo del territorio mostrano tutti i propri limiti e non appaiono adeguati a prevenire e reprimere questo fenomeno che sta assumendo ormai connotati sempre più gravi, con danni incalcolabili per le comunità ed il territorio.

Sono certamente diverse le cause che concorrono ma appare evidente che non vi sia una efficace attività di prevenzione e repressione (che imporrebbe l’utilizzo di uomini e specializzazioni investigative) così come non esistono meccanismi davvero penalizzanti a dimostrare che l’incendio e un danno e non conviene a nessuno. Tutto questo e tanto più inaccettabile a fronte di un’ingente spesa che sostiene la Regione per il settore forestale e antincendio. In questi giorni il Corpo Forestale regionale e stato interessato da una riorganizzazione (come tutti gli altri Dipartimenti) e non può passare inosservato che in diversi uffici centrali e periferici siano stati assegnati tanti, troppi uomini in divisa, con funzione di PG mentre più sguarniti appaiono distaccamenti forestali, primi avamposti sul territorio per le attività di Vigilanza e repressione degli incendi.

Al Corpo Forestale regionale vengono assegnati importanti compiti e nel contempo negli ultimi anni si è assistito alla sua lenta estinzione tra pensionamenti senza nuovi assunzioni, promozioni in massa che spostano il personale da compiti operativi a funzioni di ufficio, assenza di mezzi adeguati per un corpo di polizia che dovrebbe vigilare e investigare. Inoltre non può sfuggire a nessuno come i boschi demaniali regionali e le attività ad essi collegate siano divenuti da troppo tempo terreno di scontri sociali e politici tra aspettative per stabilizzazioni, assenza di pianificazione e incapacità gestionali, riforme annunciate e mai praticate, inquinamento delle regole del mercato del lavoro con modifiche continue in favore di questo o quel gruppo di operai. Gli interessi della speculazione e dell’utilizzazione dei terreni a fini edilizi, agricoli e di pascolo sono poi un’altra componente strutturale del fenomeno, al di là delle dichiarazioni di circostanza di tanti soggetti sul rigore delle norme.

Occorre ricordare che oggi sempre più vengono interessate aree con vegetazione naturale non rientranti nelle tipologie di bosco e pascolo tutelate dalla legge e sempre più spesso il fuoco viene utilizzato per cancellare la presenza di formazioni vegetali naturali che costituiscono comunque un vincolo all’utilizzazione delle aree, anche per fini agricoli o di pascolo. Le norme esistenti o non vengono applicate in modo rigoroso o si dimostrano ormai comunque inefficaci a reprimere un fenomeno che è alimentato da una lucidità criminale alla quale si dovrà rispondere con ben altre maniere. Per quanto riguarda i catasti comunali delle aree percorse dal fuoco la situazione e allarmante, anche perché spesso vengono redatti con grande ritardo, in modo incompleto, mettendo più anni assieme e con procedure farraginose. Così facendo quella degli incendi si dimostra una industria del dissesto senza limiti fino a quando non pagheranno tutti un prezzo e non si assumerà la consapevolezza collettiva dei disastri. Occorre una strategia ampia e ben studiata ma alcuni provvedimenti immediati si impongono.

Ne proponiamo alcuni per aprire un dibattito serio che vada oltre le dichiarazioni occasionali al verificarsi di gravi eventi. Innanzitutto chiediamo all’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente ed al Comando del Corpo Forestale di rivedere subito il recente organigramma destinando a funzioni sul campo ed al potenziamento dei distaccamenti forestali e dei nuclei operativi regionale e provinciali il personale in divisa che oggi e assegnato ad uffici le cui mansioni possono essere svolte da altro personale tecnico e amministrativo della Regione, rilevando che commissari ed ispettori forestali sono stati formati (e vengono anche retribuiti) per svolgere funzioni di controllo del territorio e di polizia che in molti casi non vengono svolte perché i vertici dell’Amministrazione hanno preposto questo personale ad uffici con altri compiti. Occorre poi dimostrare in concreto che la distruzione di un bosco demaniale costituisce un danno collettivo, sperando così di stimolare comportamenti di controllo sociale. Se e vero che nel breve periodo alla distruzione di un bosco non segue l’aumento delle giornate lavorative e invece altrettanto vero che all’aumentare degli incendi le stesse non diminuiscono. La spesa forestale mantiene lo stesso livello anche se i boschi continuano ad essere distrutti. Per questo chiediamo al Presidente della Regione, all’Assessore all’Economia, all’Assessore all’Agricoltura ed al competente Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale di adottare subito una determinazione affinchè in ogni distretto forestale, già nel corso della stagione antincendio, si vada alla riduzione delle giornate degli operai stagionali utilizzati per la gestione dei demani forestali e della spesa per il settore forestale in genere in ragione della percentuale di boschi percorsi dal fuoco rispetto alla superficie forestale complessiva.

Chiediamo all’Assessore Regionale al Territorio di emanare delle linee guida per la redazione ed approvazione annuale tempestiva dei catasti comunali delle aree percorse dal fuoco, evitando inutili delibere di giunta o consiglio comunale (basta infatti una semplice determina dirigenziale) e indicando gli elaborati che obbligatoriamente devono contenere (tipologie di aree distinguendo boschi, pascoli ed aree agricole; esaustività delle indicazioni catastali e di proprietà, indicazione del regime urbanistico-edilizio e della destinazione d’uso antecedente all’incendio, esplicitazione dei vincoli conseguenti all’incendio e della loro durata distinti per particella, ecc) sul modello di quanto recentemente realizzato in modo efficace dal Comune di Erice. Su altri settori e urgente invece rafforzare le misure repressive e adeguare la normativa. Chiediamo all’Assemblea Regionale alcune brevi ed immediate norme per stabilire il principio che tutte le aree con vegetazione naturale e con habitat naturali che siano state percorse dal fuoco non siano suscettibili di alcuna utilizzazione economica: - imporre il vincolo di inedificabilità assoluta per 15 anni su tutte le aree con vegetazione naturale e con habitat naturali (così come evidenziate nel Piano Forestale Regionale e nei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000) laddove le stesse siano state percorse dal fuoco.

Attualmente sono consentite le edificazioni previste dai piani preesistenti all’incendio e comunque il divieto di nuove edificazioni riguarda solo le zone boscate e i pascoli; - imporre il divieto di interventi di ricostituzione boschiva e di recupero ambientale nelle aree distrutte dal fuoco per 15 anni (attualmente il limite e di 5 anni derogabile con un’autorizzazione della regione); - imporre il divieto di pascolo per 15 anni su tutte le aree con vegetazione naturale e con habitat naturali (così come evidenziate nel Piano Forestale Regionale e nei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000) laddove le stesse siano state percorse dal fuoco. Attualmente il divieto e di 10 anni ma solo per i boschi; - rendere obbligatoria la pubblicazione sul sito web dei comuni e del corpo forestale dei catasti degli incendi (con le serie storiche) e i perimetri delle aree percorse dal fuoco subito dopo la loro rilevazione, al fine di favorire il controllo sociale sull’applicazione dei divieti che oggi e del tutto inverificabile; imporre tassativamente il divieto di bruciatura delle stoppie e delle paglie su tutto il territorio regionale.

Chiediamo altresì che venga avviata una seria indagine ispettiva per verificare: l’esistenza presso i comuni di catasti degli incendi aggiornati annualmente, muniti di tutte le serie storiche, completi nelle indicazioni di proprietà e di vincolo; nelle aree storicamente interessate dal ripetersi di incendi e con maggiore intensità distruttiva l’avvenuto rispetto negli anni del divieto di nuove attività edilizie e del divieto di mutazione delle destinazioni preesistenti agli incendi; se negli anni i terreni distrutti dal fuoco siano stati utilizzati per percepire contributi comunitari nel settore zootecnico o se aree percorse dal fuoco con formazioni vegetali diverse dal bosco siano state oggetto negli anni successivi a trasformazioni agrarie. In ultimo chiediamo alla Regione di assumere un’iniziativa affinchè a livello nazionale i mezzi aerei destinati allo spegnimento degli incendi siano solo di proprietà statale e gestiti dal pubblico, al fine di scongiurare interessi non leciti nel noleggio e nell’impiego dei mezzi, come già emerso alcuni anni fa’ in Sicilia. Non si comprende infatti perché non venga impiegato personale delle forze di polizia e delle forze armate per l’utilizzo dei mezzi aerei antincendio.

Ai sensi delle vigenti disposizioni di legge sull’accesso agli atti della pubblica amministrazione e sull’accesso alle informazioni ambientali si chiede agli Assessorati in indirizzo, ognuno per la parte di propria competenza, di avere comunicato: l’elenco di tutte le aree appartenenti al demanio forestale regionale percorse dal fuoco negli anni 2014 e 2015; le eventuali autorizzazioni in deroga alla realizzazione di interventi di ricostituzione in aree demaniali e private percorso dal fuoco rilasciate negli anni 2014, 2015 e 2016; l’attuale dotazione organica del Corpo Forestale distinta per agenti, assistenti, sovrintendenti, ispettori e commissari e il numero di unità assegnate ad ogni servizio ed unita operativa del Dipartimento regionale e degli Ispettorati provinciali nonché quelle assegnate ad ogni distaccamento forestale e sezione/aliquota di PG presso le Procure della Repubblica.

 Il Presidente Regionale di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna 



 

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