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27/08/2016 - 12:33:33

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TERREMOTO CENTRO ITALIA, 290 MORTI. MATTARELLA AI VOLONTARI: “GRAZIE PER CIÒ CHE FATE”

Il vescovo di Ascoli Piceno Monsignor Giovanni D'Ercole: ''Non abbiate paura di gridare la vostra sofferenza, ma non perdete coraggio”


Terremoto centro Italia, 290 morti. Mattarella ai volontari: “Grazie per ciò che fate” Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato questa mattina in elicottero ad Amatrice, il paese che ha pagato maggiormente in termini di vite umane le conseguenze del terremoto della notte tra martedì e mercoledì scorsi. Il Capo dello Stato ha visitato la zona rossa della cittadina del reatino e incontrato gli sfollati, per poi salutare il sindaco Sergio Pirozzi, il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Matarella si è anche intrattenuto con i soccorritori: "Vi ringrazio per quello che fate" ha detto. "È il nostro dovere, presidente", gli hanno risposto.

Nel frattempo continuano le scosse di assestamento, con la più violenta che si è verificata alle 4 e 50 ed ha fatto registrare una magnitudo di 4. Il bilancio aggiornato è di 290 morti e 388 feriti. Duecentoventiquattro vittime sono state estratte ad Amatrice e nelle sue molte frazioni, 11 ad Accumoli e 49 ad Arquata del Tronto, soprattutto nella frazione di Pescara. Per quato riguarda il numero di soccorritori in azione, sono 6127 con 1362 mezzi; i posti letto resi disponibili nei 24 campi-tenda di Lazio e Marche e nei 25 delle Marche sono complessivamente 3824.

Il vescovo di Ascoli Piceno Monsignor Giovanni D'Ercole ha detto nella sua omelia: "Questo è il saluto che la nostra comunità dà alle 35 vittime qui presenti ma anche alle altre. Il nostro pensiero va anche ad Accumoli e Amatrice, perché siamo un'unica e sola grande famiglia".  E ancora, in un altro passaggio: "E adesso, Signore, che si fa?' Quante volte, nel silenzio agitato delle mie notti di veglia e d'attesa, ho diretto a Dio la stessa domanda che mi sono sentito ripetere da voi in questi giorni. A nome mio, nel nome di questa nostra gente tradita dal ballo distruttore della terra: ‘e adesso che si fa?' mi sono rivolto a Dio Padre, suscitato dall'angoscia, dall'avvilimento di esseri umani derubati dell'ultima loro speranza". Poi, rivolgendosi ai parenti delle vittime: "Non abbiate paura di gridare la vostra sofferenza, ma non perdete coraggio. Insieme ricostruiremo le nostre case e chiese; insieme soprattutto ridaremo vita alle nostre comunità, a partire proprio dalle nostre tradizioni e dalle macerie della morte"



 

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