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17/12/2016 - 09:55:27

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LETTERA APERTA A MATTEO RENZI

''Purtroppo sei caduto commettendo gli stessi errori commessi molti anni fa dall' On. Amintore Fanfani''


Lettera aperta a Matteo Renzi Caro Matteo,

il 3 marzo 2015 commentando la tua dichiarazione in merito alla costruzione di un patto di Governo, mi colpì la tua affermazione “ che il patto non sia un documento democristianese”
Come tu potrai riscontrare nella mia nota pubblicata su giornali on line, riportata alla pag. 243 del mio libro “Cronaca e riflessioni sulla politica italiana”, che ho avuto il piacere di farti avere, purtroppo sei caduto commettendo gli stessi errori commessi molti anni fa dall' On. Amintore Fanfani.
Considerata la vicinanza di tuo padre, più volte Assessore della Giunta Comunale di Firenze con Sindaco Giorgio La Pira, avevo così scritto:

“Ma è possibile che Matteo Renzi, avendo forse il DNA simile a quello del suo importante conterraneo Amintore Fanfani, sia rimasto più contagiato da Fanfani che di La Pira ?.Amintore Fanfani, dotato di carattere schietto, divenne in pochi anni uno dei dirigenti politici più apprezzati all'estero, ma meno stimati nel Paese e, addirittura, avversato ed odiato nel suo stesso partito. Del tipico dirigente D.C. aveva poco. Non la mediazione di Moro, non la furbizia ed il sarcasmo di Andreotti, né la eterogeneità di Rumor e Forlani, aveva invece un forte carattere e voleva determinare da solo la linea guida del Paese. Nel 1953 il fallimento del referendum sulla riforma elettorale, definita legge truffa, segnò la fine dell'era degasperiana e Fanfani venne eletto Segretario del Partito.  Successivamente  Presidente del Consiglio dal 1954 al 1963, con qualche breve interruzione, mantenendo per molto tempo anche l'incarico di Segretario del Partito.
Nei rapporti appariva discostante e nei discorsi spesso arrogante. In quel periodo iniziavano le prime trasmissioni televisive dei telegiornali, al termine dei quali molto spesso appariva il Presidente del Consiglio Fanfani per commentare l'attività del suo Governo. Discorsi sempre importanti fatti con un tono particolare che sommava arroganza e presunzione e che faceva dire ai rappresentanti dell'opposizione che, ad ogni apparizione di Fanfani in TV la D.C. perdeva almeno centomila voti. Presidente Renzi valuti attentamente quello che oggi si dice ancora di Giorgio La Pira e di Amintore Fanfani”. 

Fanfani dal luglio 1958 al luglio 1982 presiedette ben sei governi per complessivi 1165 giorni , dopo una lunga pausa per essersi dimesso nel 1974 a causa  del negativo, per lui,  risultato del referendum sul divorzio.

Caro Matteo come vedi sei in compagnia dei “Grandi”:  De Gasperi lasciò a seguito del risultato del referendum sulla riforma elettorale nel 1953 e Fanfani a seguito del referendum sul divorzio nel 1974.
Non è mia intenzione rivangare tutte le cause concomitanti che hanno determinato l’esito negativo del referendum sulle riforme costituzionali, ma non posso non considerare  che la tua immagine di “utile” rottamatore ne esce abbondantemente offuscata.
Il Segretario di un partito politico, specie delle dimensioni del P.D. non avrebbe dovuto consentire ad esponenti della portata di D’Alema e di Bersani
di organizzare comitati contro una decisione legittimamente  adottata. a grande maggioranza, dagli organismi statutariamente preposti.
Fuori dal P.D. D’Alema e Bersani avrebbero raccolto molto meno di quanto in effetti   hanno raccolto dal punto di vista del voto sul referendum.
Oggi, all’interno della direzione i “da rottamare”  parlano “da vincitori” e mettono sotto accusa coloro i quali hanno lealmente seguito le decisioni assunte dagli organismi responsabili del Partito.
Quanto accaduto farà  certamente rivoltare nella tomba Palmiro Togliatti !
Fanfani è caduto più volte, ma ancora oggi viene ricordato dalla storia come uno dei più grandi statisti che l’Italia abbia avuto.
Fai un pensiero, non di rivincita, e molti auguri di buon lavoro da parte mia per un tuo più felice ritorno.

Angiolo Alerci



 

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