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02/03/2017 - 17:18:51

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NESSUNA PASQUA DI RISURREZIONE PER L'EX

Nessun segnale che possa ridare dignità a un partito sempre più considerato del “malaffare”, praterie si aprono davanti al movimento 5stelle!


Nessuna Pasqua di Risurrezione per l'ex Controcanto di Sergio Rossitto
 

La scorsa settimana ci eravamo lasciati mentre auguravamo buon volo al nostro ex in partenza, da semplice cittadino, per la California.È vero, non ha usato un volo di Stato, è stata la Clinton Global Foundation a offrirgli il "passaggio", con tutta probabilità lo ha voluto "ringraziare" per il suo endorsement dello scorso novembre (il solito menagramo), ma soprattutto ricambiare i congrui contributi alla fondazione dell'ex presidente Bill (e consorte) da parte del governo italiano. L'ultimo, risalente al 2015 e documentato sul sito ufficiale della stessa Foundation, si aggira tra i 101mila e i 250mila dollari. 

Non molto edificante, per usare un eufemismo, secondo noi, ma sicuramente cosa di poco conto per lo "zoccolo duro" del renzismo, per quelli che perseverano nell'apprezzare, nonostante tutto, la sua discutibile dirittura morale. 
Si è limitato ad un giretto nella Silicon Valley ed è tornato non molto cambiato, forse un po’ più appesantito e un po’ meno pimpante, probabilmente soffre ancora per i postumi della sbronza referendaria con relative conseguenze. È tornato sbandierando una novità assoluta, un modello di globalizzazione, quello californiano già messo in discussione negli States e sicuramente non esportabile in Italia, ma questo lui forse non lo sa. 


Intanto continuano a spuntare come funghi le performances di tutto il suo entourage politico e familiare.
L’affare Consip  è solo l’ultima inchiesta che coinvolge ex soci e stretti conoscenti del su’ babbo Tiziano e in cui sono coinvolti pezzi dello Stato: quel Luca Lotti per esempio, ministro messo dentro il governo per esercitare un controllo diretto sull’operato di Gentiloni che, non pago d’aver avvisato della presenza di “cimici” (questa l’accusa), abusando ancora del suo ruolo, manda sms ad Emiliano in cui suggerisce un incontro con l’imprenditore arrestato, amico di Tiziano Renzi. E mentre Romeo (il presunto facilitato nell’affaire), intercettato mentre dice “sono arrivato molto il alto”, viene arrestato; mentre a Miano, quartiere ad alta densità di camorra della periferia nord di Napoli, pare ci siano code di decine di cittadini davanti a un circolo PD  in attesa di ricevere gratuitamente la tessera nell'ultimo giorno utile per l'iscrizione. "Solo la carta d'identità, i dieci euro ve li danno loro", dice una signora bruna e robusta. E aggiunge : "I dieci euro ve li darà Michel all'interno. Se la vede lui". Dietro alla scrivania, in una stanza gremita, ecco Michel Di Prisco, ex vicepresidente della Municipalità. Un capobastone al centro delle primarie dello scandalo del 2011 per il Comune, poi annullate.


E mentre non arrivano notizie di dimissioni né di prese di distanza da questi avvenimenti, nessun segnale che possa ridare dignità a un partito sempre più considerato del “malaffare”, praterie si aprono davanti al movimento 5stelle!  
E non mi si venga a parlare di parenti serpenti, perché, pur non essendo giustizialista e senza voler disturbare Sofocle e la sua nemesi storica o Plutarco e la sua Vita di Giulio Cesare in cui scrive il famoso aforisma della moglie di Cesare che deve essere al di sopra di ogni sospetto, credo che esista quanto meno una “culpa in vigilando”.  
Se l’ex non fosse un corpo estraneo al centrosinistra adesso parlerei anch’io di “strappo", invece non posso che constatare  che i Democratici e Progressisti non avrebbero potuto agire altrimenti. Che poi Ciaone Carbone non abbia di meglio da fare che osteggiare questa sigla, la dice lunga sulle preoccupazioni renziane e dimostra senza ombra di dubbio che la sconfitta del 4 dicembre non è stata ancora elaborata. Continuano ad appigliarsi a inezie simili anziché porsi la semplice domanda sul perché milioni di elettori siano scappati a gambe levate, ma soprattutto sul perché persino Scotto sia andato ad allargare il campo progressista. 

Ci sarà un dialogo con il PD, certo, ma solo a patto che vengano eliminati Alfano e gli altri centristi che guardano a destra. Come non essere d’accordo con lui? 
Ma non posso non preoccuparmi per il futuro, quando cioè orde di ex renziani (gli stessi folgorati sulla via di Rignano, i peggiori) si precipiteranno a bussare alle porte del nuovo movimento per essere accolti. 
Ritengo indispensabile in tal senso (guai se non ci fosse!) il lavacro delle elezioni, dove costoro si guadagneranno il meritato oblio!  

Non mi nascondo, pur nell’euforia della tanto agognata fine del renzismo, che problemi presto potrebbero porsi, specie se non si metterà mano alla legge elettorale con la cancellazione dei capilista bloccati. 
I fuorusciti dal PD sono andati via per contrasti insanabili con Renzi, ma continuano a ripetere che, responsabilmente, daranno il loro appoggio a Gentiloni. E Scotto e compagni cosa faranno? Primo banco di prova sarà la fiducia al decreto migranti di Minniti, lì vedremo se i 17 si "scotteranno" votandola.  
Si dovrebbero intanto elaborare strategie d'influenza a livello parlamentare, capaci di dar senso alla dichiarata fiducia al governo e in grado di marcare una evidente differenza dalle politiche renziane. 
Non condizionare il PDR quindi, ma cercare di riportate il Parlamento alla sua centralità, al suo compito naturale. Mettere Renzi nelle condizioni di gettare la maschera e spingerlo nell’alveo di una alleanza, per lui più congeniale, con il centrodestra. 

Sempre che non avvenga il miracolo di una vittoria di Emiliano o Orlando nella corsa alla segreteria del Pd. 
Seguendo il dibattito un po’ surreale di questi giorni, vale la pena ricordare ancora una volta che se 20 milioni di italiani non avessero votato NO il 4 dicembre, oggi Renzi sarebbe ancora Presidente del Consiglio e Segretario del PD, avremmo una Costituzione azzoppata, un Parlamento scomposto, un Senato non eleggibile, l'Italicum e altre nefandezze del genere. 

E non è il solo Renzi ad aver portato sull’orlo del fallimento il Paese; il suo esempio, la sua lezione assunta a verbo dai suoi seguaci, comincia a mostrare i suoi frutti se anche a Fassino la Corte dei Conti contesta non tanto un grave disavanzo già dall’inizio del 2015 ma, e questo è ancor più grave, che si sarebbe comportato come se nulla fosse, dichiarando invece avanzi di bilancio (cioè conti in positivo) in realtà inesistenti. Di conseguenza nel 2015 molte spese vincolate si sarebbero trovate scoperte poiché i fondi destinati a determinati capitoli di spesa e iscritti a bilancio in realtà non esistevano più perché già impiegati in passato per altre finalità. Torino in disavanzo, l'ex capitale d'Italia in profondo rosso e il suo ex sindaco tace! Dovremmo stupirci? Niente affatto, imita in tutto e per tutto il suo maestro. 
Ci sono tutte le premesse, insomma, perché il popolo della sinistra, moderata e non solo, possa riavvicinarsi alla politica dopo il disastroso intermezzo renziano che archiviamo assieme al periodo berlusconiano come la pagina più buia della seconda Repubblica.  
                                 
Inguaribili ottimisti aspettiamo solo la Pasqua di Risurrezione del 16 aprile. Non ce ne sarà un’altra il 30 aprile! Quel giorno, aprendo le urne, non vedremo Renzi risorto, le pie donne potranno espletare il loro compito e noi ce ne faremo una ragione!

Sergio Rossitto                                               



 

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