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21/03/2017 - 06:56:40

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LE FALSE ORIGINI DELLA DEMOCRAZIA

L'Europa ha commesso un grave errore storico nel considerarsi un continente geograficamente unitario, con una tradizione univoca liberale e democratica


Le false origini della democrazia Blogico di Paolo Centononze

Abbiamo sempre letto nei libri di storia che la democrazia, l'idea di Europa e di Occidente inteso come entità socio-culturale nacque in Grecia. Clistene, stanco dei regimi autoritari e convinto che il popolo ateniese avesse raggiunto un livello culturale consono a un sistema politico partecipativo, nel 508 a.C. diede vita al primo sistema democratico della storia dell'umanità. Con esso non nacque solamente una nuova forma di governo, ma un modo di vivere che portava gli uomini a condividere dei valori fondamentali successivamente chiamati diritti umani. All'Occidente spettava l'ingrato compito di proteggere e divulgare i diritti umani nel mondo anche attraverso la forza. Da allora e fino ai giorni nostri si è pensato che la storia fosse un continuum logico consequenziale, a volte incidentalmente interrotto, che porta l'Occidente a emergere e affermarsi sia nei valori politici che in quelli morali. 

A dire il vero questo pensiero è un clamoroso falso storico: a metter a nudo la fragilità di questa ideologia ci ha pensato sette anni fa una poderosa crisi economica che ha scosso le fondamenta della stessa idea di Europa. Sto parlando della crisi del debito greco. Da allora l'effetto domino ha prodotto una serie di eventi che stanno scuotendo tutti i Paesi dell'Unione l'Europa che sono avvolti in una crisi economica e valoriale (uso le parole di Tommaso Cerno). 
C'è da chiedersi se veramente questi valori sono stati da sempre condivisi e soprattutto di quali valori stiamo parlando.
Partiamo dall'infanzia. Raccontare la Grecia per noi è complicato innanzitutto perché di fatto la Grecia non ha mai condiviso i valori Europei: dalla dominazione romana in poi la sua democrazia si è svuotata di ogni valore politico, successivamente dominata dagli Ottomani non ha vissuto il Rinascimento e il periodo rivoluzionario francese. Come tutti i Paesi meridionali usa poco e male la lingua ufficiale e il suo idioma, seppur studiato nelle scuole, è di difficile comprensione.

Oggi la situazione è particolarmente complessa. Prendendo spunto dalle parole di un grande scrittore, Christos Ikonomou, potremmo dire che i Greci aspettano un Messia che li faccia uscire da questo stato senza però rinunciare al loro essere orientali e alle tutele di un sistema sociale dove il clientelismo e la corruzione hanno da sempre il sopravvento. La cultura, la politica e la società ancora oggi sono permeate da valori orientali che sono difficilmente condivisibili con l'efficienza voluta dai Paesi del nord Europa.
In uno dei racconti nell'ultimo libro di Ikonomou, “Dal mare verrà ogni bene” (ed. Elliot), il protagonista Grande Capo, trasformato dalla crisi da capocantiere in attore, ogni sera fa uno spettacolo in strada: il protagonista ammazza la crisi personificata nella Merkel tagliandole la testa e con essa cadono anche tutte le convinzioni ideologiche di condivisioni europeiste. 

L'Europa ha commesso un grave errore storico nel considerarsi un continente geograficamente unitario, con una tradizione univoca liberale e democratica. Perciò ha sempre mirato ad unificare realtà profondamente diverse. Il coinvolgimento della Grecia e dei Paesi dell'Est è un errore che porterà la disgregazione e la morte della Comunità. I Greci in fondo continuano a chiedere aiuti e sacrifici ricattando gli altri Paesi dell'Unione. Per questo motivo, seppur europeista convinto, da subito avrei tranquillamente accettato la fuoriuscita greca e imposto delle regole ferree all'interno dell'Unione. 

La democrazia e i valori fondamentali condivisi dal mondo occidentale non sono quindi riconducibili alla storia della Grecia moderna, semmai vanno cercati  nei testi di Giovanni Sartori o  nel contesto storico in cui Massimo Salvadori ha ricondotto le ricerche del grande politologo. La democrazia come forma di governo non è unica, ma va ricollegata alla rappresentanza e alla pluralità delle scelte che i cittadini possono fare. Di certo anche in democrazia comandano in pochi, ma di fatto il governo è “contendibile” se però tutti gli attori accettano le regole del gioco.
La crisi valoriale ha spinto la popolazione europea a discutere sulla possibilità di introdurre una rappresentanza diretta in stile Atene di Pericle, ma questo non fa parte della storia della democrazia europea, semmai di quella greca, e non ha nessun riscontro negli attuali Stati democratici. Non dico che è il male da combattere, ma siamo sicuri che il popolo è pronto per potersi esprimere in situazioni così complesse? 

Dimitris Pandermalis, sopraintendente del museo dell'Acropoli, in un'intervista al L'Espresso dice che il livello culturale medio in Grecia è troppo basso, gli stessi professori universitari spesso ne sanno meno degli allievi ed è questa una delle cause della crisi economica: un popolo che da sempre ha creduto nei venditori di sogni. Penso che questo pensiero sia estendibile a buona parte degli Stati meridionali dell'Europa dove i sistemi di governo sono essenzialmente basati sulla corruzione e su una rappresentanza politica impreparata.

Prontamente la politica, dopo i fallimenti della destra e della sinistra, fornisce la soluzione populista, filo nazista che in Grecia prende il nome di Alba Dorata. L'estremismo del movimento è noto a tutti e ancora oggi alcuni leader sono accusati di aver contribuito all'uccisione del rapper antifascista Pavlos Fyssas. Non solo, ma il 28 settembre 2013 il leader-fondatore e segretario nazionale del partito Nikòlas Michaloliàkos, il vicepresidente nazionale Christos Pappas e alcuni deputati sono stati arrestati con l'accusa di voler organizzare un colpo di Stato che era stato preparato in campi di addestramento militari con il consenso di molti generali e truppe paramilitari. La Grecia dunque segue l'onda del populismo di destra e la propone come soluzione ai mali di una società europeista che essa stessa ha deciso di sacrificare in cambio di un sistema politico e sociale che tutela privilegi impossibili da mantenere. Fanno le cose sul serio e per primi si spingono oltre, organizzando un apparato paramilitare pronto a intervenire per instaurare una dittatura di stampo militare. Altro che democrazia.

Paolo Centonze



 

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