.

06/05/2017 - 09:18:12

             1580

StartNews.it

 

TANTO TUONÒ CHE PIOVVE MA COSÌ MI SALVÒ APOLLO!

E alfine giunse il giorno tanto atteso, quello delle primarie farlocche che consacreranno il golden boy ratificando la sua vittoria più che scontata


Tanto tuonò che piovve ma così mi salvò Apollo! CONTROCANTO di Sergio Rossitto

E alfine giunse il giorno tanto atteso, quello delle primarie farlocche che consacreranno il golden boy ratificando la sua vittoria più che scontata, dato che ha provveduto ad abbassare la soglia per poter trionfare. Un milione di elettori sarebbe più che sufficiente! Io avevo deciso di partecipare e mi ero spinto addirittura a fare un appello in tal senso, invitando i miei amici ad andare a votare per uno qualsiasi dei due avversari del sultano. Facile a dirsi ma difficile a farsi, e non solo per me. Tutti, dico tutti quelli che avevano risposto positivamente al mio invito hanno poi confessato di non esserci riusciti. Bravi due volte. Prima di tutto perché lo hanno fatto senza l'aiuto di Apollo (vi spiegherò il perché), poi per avermi evitato di finire (tra 100 anni!), nella bolgia infernale insieme ad Ulisse. Sarei stato in ottima compagnia, certo, ma mi sarei trovato comunque tra i consiglieri fraudolenti (sono certo che non me vorrà il mio amico Maurizio Ternullo, illustre dantista, per la impropria intromissione!). Mentre mi avvicino al gazebo trascinando il passo (segno inequivocabile del mio pentimento?), vedo capannelli di personaggi più o meno conosciuti. Quello degli amici del sindaco (socialista), quello degli alfaniani, quello di forza Italia, quello dei cuffariani, qua e là qualche ex lombardiano. Rallento ulteriormente la mia andatura cercando di scorgere qualche viso conosciuto, qualche ex compagno di partito. Che diamine! Possibile che dopo appena due anni, da quando cioè ho abbandonato il PD, non ci sia più nessun vecchio compagno? Ed è proprio in questo frangente che Apollo accorre in mio soccorso. Ha le fattezze del mio amico ristoratore ed è sulla soglia del suo locale, a un tiro di schioppo dal luogo incriminato. Mi vede e mi chiama, salvandomi! "Dottore, che piacere vederla da queste parti", e invitandomi ad entrare mi offre un prosecco accompagnato da qualche ostrica. Quale miglior aperitivo e quale migliore scusa per non andare a votare! Improvvisamente mi viene in mente l'amato professore di latino che, durante un'interrogazione alla fine dell'ora, al suono della campanella, chiudendo il registro esclamava "sic me servavit Apollo", così mi salvo Apollo! Ieri salvato da un pessimo voto, oggi dalla partecipazione alle primarie, e sempre da Apollo!


Ma il gran genio ha prudentemente abbassato l'asticella, consapevole della perdita di consenso, e i numeri finali, pur essendo impietosi, gli consentono di celebrare il suo trionfo. Mai come questa volta i numeri sono importanti per capire, mai come in questa circostanza! 2009: 3.102.709 votanti 2013: 2.814.881 votanti (meno 287.828) 2017: 1.848.658 votanti (meno 966.223 rispetto al 2013) PREFERENZE RENZI 2013: 1.895.332 2017: 1.283.389 (meno 611.943) 69%

Anche Pirro seppe fare di meglio, almeno ad Eraclea e ad Ascoli Satriano, vincendo sia pure una sola battaglia. Renzi non ha fatto nemmeno questo perché ha vinto sì, ma combattendo contro il nulla. Ha chiamato solo i suoi supporters a confermargli la fiducia. Novello don Chisciotte contro i mulini a vento!

Una debacle. Il milione di voti mancanti all'appello ci consegna un PD molto rimpicciolito, più renziano (69 %). Lui, in soli quattro anni trascorsi in gran parte al governo, ha gettato al vento un patrimonio di consensi ma fa finta di niente e, da populista qual è, dichiara che si alleerà solo con i cittadini, scavalcando i partiti. Populista e bugiardo, non a caso è soprannominato Pinocchio! In Sicilia la sua longa manus Cardinale ha sancito il "patto della seppia", nero che più nero non si può, con berlusconiani ed alfaniani. A Palermo il candidato sindaco Orlando si vergogna e "correrà" per loro senza il simbolo di partito e alle regionali, se tanto mi dà tanto, ne vedremo delle belle. Tutto ciò spiega quello che è successo intorno ai gazebo delle primarie siciliane. Frotte di giovani, donne, anziani, tutti trascinati a fare qualcosa che non avevano mai fatto prima, tutti con un nome sulle labbra, l'obolo stretto in pugno ed un pourboire in tasca. Basta guardare le interviste, erano confusi, divertiti, non si vergognavano affatto, perché avrebbero dovuto? E non abbiamo certezza che i numeri definitivi siano quelli reali. Come si fa a non far raggiungere almeno il 70% al non più "ex"? I conti non tornano e i "contendenti" si sono sentiti obbligati a presentare qualche ricorso. Eccessivo, forse, il voto di Salerno, il feudo del buon De Luca, quello delle fritture di pesce, per intenderci. Il risultato finale eguaglirebbe quello di Napoli, tre volte più grande!

Secondo me solo guardando alla Francia si può comprendere quello che è accaduto in Italia. In entrambi i paesi è nata una destra neoliberale, molto simile sia sul piano politico che nel consenso. La differenza sta nel fatto che in Francia è nata fuori dai partiti tradizionali, in Italia nel Pd. Questo produce un l'illusione ottica. L'operazione neoliberale di Renzi, qui da noi, è occultata dal partito ma è identica a quella francese. E Macron, da presidente in pectore, si congratula con un Renzi vincitore della primarie, un messaggio nella sua lingua dove gli dice che loro due, insieme ai progressisti, cambieranno l'Europa. Il nostro, da segretario del PD o da presidente del consiglio se non addirittura della repubblica...in pectore (ma anche al di sotto!), gli risponde in francese, usando l'abituale plurale maiestatis, che "noi" siamo con lui e conclude con un molto appropriato: "Vive la France, vive l'Europe (que nous allons changer ensemble)" L'Italia per lui non esiste, non conta nulla.

Tra qualche giorno la battaglia entrerà nel vivo e ci saranno gli avversari veri, non i "mulini a vento" di Cervantes! Ci saranno, se non tutti i 20 milioni di italiani che lo hanno preso a "calci in culo" al referendum del 4 dicembre scorso, non meno dello stesso 60% dei dieci milioni, chiamati alle urne per la tornata elettorale dell'11 giugno, e poi in autunno, per le elezioni regionali in Sicilia. Finalmente, forse, riusciremo a liberarci una volta per tutte dell'uomo-bluff, che sarà ricordato non certo come statista, bensì come colui che ha distrutto il grande partito della sinistra italiana dopo quasi un secolo di onorata storia (Livorno 1921).



 

   Iscriviti alla nostra Mailing List

>

StartNews.it
Blog
sede:  Piazza Armerina
email: info@startnews.it