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25/05/2017 - 07:58:09

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MILAN L'È SEMPER UN GRAN MILAN!

Il sindaco Sala: lui sì che ha ben chiara in mente l'idea di una città multietnica, moderna, la vera capitale morale d'Italia


Milan l'è semper un gran Milan! CONTROCAMPO di Sergio Rossitto 

Bella l'Italia che ha sfilato a Milano. Bella per i suoi colori, per l'allegro coacervo di culture e religioni. C'eravamo anche noi insieme a tutti loro, alla marcia "insieme senza muri". Perché siamo tutti migranti!

Mi ero sbagliato di grosso quando, in occasione delle amministrative, mi ero espresso contro Sala. Avevo scritto che, se fossi stato elettore milanese, non avrei mai votato per lui. Adesso so che avrei commesso un errore macroscopico perché, ogni giorno di più, il sindaco sta dimostrando quanto indipendente sia da chi si accreditava come suo Pigmalione ("Chissà se mi farà i complimenti", ha detto con ironia). Lui sì che ha ben chiara in mente l'idea di una città multietnica, moderna, la vera capitale morale d'Italia. Sabato scorso Milano ha mostrato al mondo intero la sua essenza antirazzista; erano 100.000, l'intera comunità, alla manifestazione contro il razzismo, contro questa piaga che ci fa detenere il primato europeo nella "lurida" classifica dei campioni della xenofobia. Nella mappa dell'odio in Europa l'Italia è il paese che discrimina di più!

C'erano tutti i migranti, appartenenti a tutte le etnie e, con la loro pelle di tutti i colori, hanno reso bello e allegro quel corteo che si snodava come un grosso serpente variopinto. C'era il bianco (rumeni e slavi), tutte le sfumature del giallo (i latinos, i filippini, i cingalesi, le arabe con lo hijab e i peruviani che danzavano). C'era il nero dei tanti africani presenti a Milano. E i messicani che, con l'immancabile sombrero, mi riportano indietro negli anni, a quell'indimenticabile "mundial" dove Jannacci cantava "Mexico e nuvole". Sì, ci saresti stato anche tu Enzo, grande interprete di questa "milanesità" mai sopita e mai doma, in mezzo alle famiglie non tradizionali ed alle copertine termiche colorate, portate al collo come foulard da quelli di Emergency, quasi a volere sfidare chi ha eretto barriere contro i salvataggi in mare. Mi riferisco a chi avrebbe dovuto spingere lo sguardo verso i trafficanti in terra ferma, quelli foraggiati dallo Stato.

Ma non c'erano solo loro, c'erano soprattutto i milanesi a dimostrare che esiste una città (presto spero un Paese), sana e consapevole del suo ruolo. Una città che marcia verso il futuro, non periferia dell'Impero ma capitale che si erge a barriera dei populismi xenofobi che potrebbero aggredirci come orde di storica memoria. E ad avvalorare la vocazione ed il ruolo di questa metropoli, tanti sindaci con la fascia tricolore e Beppe Sala, con la mamma 86enne, che marciano verso il futuro. Oggi come Barcellona, domani come Londra, Berlino, New York.

In questo mia riflessione non vorrei parlare di miserie umane, per cui mi occuperò il meno possibile del Renzi. Solo lo stretto necessario. Brilla per la sua assenza, ha avuto il buon gusto di tenersi alla larga da una manifestazione così bella che non gli appartiene. È in città ma da tutt'altra parte. Sta inaugurando la scuola di partito Pier Paolo Pasolini alla fondazione Feltrinelli, in compagnia di Bussolati e Recalcati ed è occupatissimo a scrivere su Twitter appunti farneticanti che riguardano uno specchio.

Assente anche il movimento 5 stelle perché impegnato nella marcia di Assisi per il reddito di cittadinanza, "meccanismo che devasta l'articolo uno della Costituzione, perché il lavoro è dignità". È chiaro ed evidente però quale sia il vero motivo; la nuova deriva xenofoba, di cui è purtroppo preda, lo ha posizionato ormai lontano anni luce dai temi dell'accoglienza e della tolleranza.

Le istituzioni, quelle vere, sono però tutte presenti: dal presidente del Senato Grasso al messaggio di Gentiloni "grazie Milano, sicura ed accogliente". Ci sono Camusso e Pisapia e i "traditori", Bersani (questo 20 maggio è una specie di 25 aprile dei tempi nuovi) e D'Alema. Ci sono i partiti senza simboli né bandiere. I variopinti striscioni delle associazioni, l'Anpi, Legambiente, la Caritas, Gino Strada, Vecchioni, Emma Bonino, Giusi Nicolini, Cecilia Strada splendida nel suo chador, Landini, l'Arci, i cento bambini della scuole elementari, Giorgio Gori e gli 80 sindaci dell'area metropolitana che hanno firmato con il ministro Minniti il protocollo per l'accoglienza diffusa, quello non più nelle corde del PDR. "Nessuna persona è illegale", recita un cartello. C'è anche un "barcone" simile a quelli che vengono recuperati nel canale di Sicilia dalle tanto vituperate Ong. E c'è il mitico "Coro dei leoni" che canta, in venti lingue diverse, gli inni della libertà e della speranza di tutto il mondo.

Come avrebbe potuto sfilare accanto a questi gufi e rosiconi che hanno tradito. “La a gente non capirebbe”, dichiara. Capirà invece benissimo un'alleanza con Berlusconi! L’ex cerca, come d'abitudine, di dividere il fronte. "Dividi et impera" è il suo credo, ormai lo conosciamo a memoria il suo delirio di onnipotenza, ma stavolta ha fatto male i suoi conti. Certo, il fronte potrebbe avere pochi voti come, con la sua consueta arroganza, sbandiera alla scuola di odio dem, o scuola politica come lui la definisce, quella che ha appena inaugurata, dedicata a Pasolini che certamente si sta rivoltando nella tomba. Come potrebbe capire, infatti, che le figure oggi più rappresentative e fondanti della "sinistra" posseggono società offshore a Malta! Mi riferisco ovviamente a Davide Serra beccato con le mani nella marmellata. Ma Bersani gli ha già risposto "...col Pd sì, ma non con Renzi"!

A conferma del nostro triste primato la velenosa coda polemica sui social network, creata da chi attacca chi ha sfilato per chiedere diritti e un'accoglienza dignitosa per i migranti. "Per quelli che sulla pagina fb ci scrivono che non ci daranno più donazioni perché ci occupiamo dei migranti: mi mette a disagio aver avuto contributi economici da gente come voi". Così ha scritto sul suo profilo Rossella Muroni, presidente di Legambiente.

E, a mio avviso, passibili di denuncia alla Polizia Postale, i commenti all'ultimo post di Enrico Mentana che vi consiglio vivamente di leggere. Riguarda ovviamente la marcia di Milano. Su questo splendido post, dal gruppo composto dai fan di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera!, gruppo che conta ben 71.598 membri, è partita la macchina del fango. Raccapriccianti i commenti :"Onorato di essere fedele a Mussolini", "DUX MEA LUX FOREVER", "Lecca culo non nominare il duce invano, che siamo sommersi dalla merda, grazie a voi e pidioti al governo", "E viva il Duce grazie a lui l'Italia e cresciuta non di certo per gli aristocratici che lo anno preceduto". Neorazzisti e pure ignoranti!

Con il "rosatellum" che di fatto peggiora l'italicum ed il mattarellum (da cui deriva), sembra configurarsi un vero e proprio golpe istituzionale, un attentato a quella Costituzione che il 4 dicembre abbiamo difeso con le unghie e con i denti. Sono certo che il presidente della Repubblica, custode della Carta, farà sentire la sua voce!

"Controcanto" di norma non si occupa di politica regionale ma l'irrompere sulla scena di un Cuffaro condannato per favoreggiamento a Cosa Nostra, seppur con pena espiata, e di un Lombardo condannato anche lui anche se "solo" per voto di scambio con Cosa Nostra, impone quanto meno una riflessione, se non sui politici, quanto meno su chi corre a stringer loro la mano. Gli ex delfini di Mannino osannati da folle plaudenti, pur nel rispetto delle loro traversie giudiziarie, peraltro non ancora concluse per Lombardo, e del prezzo dagli stessi umanamente pagato ma soprattutto dalle loro famiglie, inquietano per la loro consapevole presenza a riunioni di fans che, come i loro leader, pare abbiano rimosso. Con la "transumanza" dei luogotenenti dei due ex presidenti verso i tranquilli lidi del pd, avvenuta ad opera del buon Faraone, pensavo che il fenomeno del clientelismo, dai due ex elevato a sistema, si fosse esaurito.

Così non è, ovviamente, ed il degrado morale che investe i politici isolani ne è recente testimonianza. Parlo dei due candidati a sindaco di Trapani arrestati, al presidente della regione inquisito, al parente del ministro chiamato a dirigere una struttura d'accoglienza, al Rolex regalato alla sottosegretaria Vicari a Natale. Possibile che proprio lei, da politica di lungo corso qual è, abbia dimenticato che nel 2007 Romano Prodi aveva regolamentato con decreto la materia dei doni ricevuti dai ministri, dai sottosegretari e perfino dai loro congiunti? Fissando un tetto di 300 euro per i regali di rappresentanza da accettare.

Ma, se le cose stanno così, occorrerà interrogarsi sulla cifra, non tanto morale quanto culturale, della nostra popolazione. E mentre prepotentemente vengono in mente le parole di Piero Calamandrei: «La tragedia dell’Italia è la sua putrefazione morale, l’indifferenza, la sua sistematica vigliaccheria», penso ahimè che solo la prossima schiacciante vittoria dei 5 stelle alle prossime elezioni regionali, potrà salvarci definitivamente dal malaffare. Stravinceranno, siatene certi, la Sicilia è sempre stata di destra e ne ha dato ampia dimostrazione con l'indimenticabile 61/61 a Berlusconi. I pentastellati, con il loro fuoco catartico, ci libereranno da ogni male!

Non posso, chiudendo il mio controcanto, non accennare al tracollo della sinistra socialista nel vecchio Continente. Prima l'Olanda che perde tre quarti dei suoi voti progressisti, quindi la Francia che vede praticamente scomparire i socialisti alle presidenziali, ed infine i socialisti tedeschi "asfaltati" dalla Merkel nel land del Nordreno Vestfalia, un quinto degli elettori di tutta la Germania, storica roccaforte della Spd di Schulz. Credo che tutti, o almeno quelli che hanno una cultura socialista come me, debbano interrogarsi sul significato del tramonto epocale cui stiamo assistendo. Ci avviamo verso lidi sconosciuti in cui i populismi, con il loro carico di odio e intolleranza, sembrano, e non solo momentaneamente, prevalere e occupare le nostre coscienze. Non può confortare più di tanto la vittoria di Macron. E mentre cerchiamo ancora di capire, l'ennesimo attentato terroristico (Manchester) alla vigilia di una elezione ci ricorda che solo tra due settimane, esattamente l'8 giugno, toccherà alla Gran Bretagna e ai laburisti di Corbyn. God, almeno per questa volta non pensare a salvare the queen, prova a salvare la grande idea socialista, te ne saremmo estremamente grati!



 

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