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16/06/2017 - 07:47:09

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I CAPPONI DI RENZO

Non si puņ far finta di non aver seguito le giravolte di Renzi che, con il suo progetto di riforma elettorale


I capponi di Renzo Devo partire da lontano, e non solo perché Controcanto la scorsa settimana ha saltato il suo appuntamento, ma anche perché non si può far finta di non aver seguito le giravolte di Renzi che, con il suo progetto di riforma elettorale proporzionale, spacciato come simile a quello tedesco, aveva chiaramente detto che il suo orizzonte politico era Berlusconi. Pura follia, compresa da tutto il Paese e non solo da Romano Prodi che dice di non aver dedicato la sua intera vita politica a costruire alleanze con obiettivi talmente disomogenei da diventare improduttivi. Affossato dai suoi fedeli franchi tiratori, resta adesso il quesito: con quale sistema si tornerà al voto? Renzi, dopo il "cazziatone" di Napolitano, non ha dubbi: «Si voterà con le leggi attuali»; se ne fotte dell'emerito, della Corte Costituzionale, di Mattarella con il suo mattarellum e soprattutto di noi. Per non essere censurato mi limito a definirlo irresponsabile! Ci sarà solo un atto minimo, si giustifica, per correggere il nodo delle preferenze di genere e mettere in pista due leggi giudicate al Nazareno “auto-applicative”. E alla luce di questa ennesima piroetta che fa? Nessun problema. Con il classico salto della quaglia piomba su Pisapia, ormai considerato, ahimè, l'anello debole della sinistra. Lui ovviamente lo stronca: "non può pensare di passare da Berlusconi (a lui più congeniale) alla sinistra", con la sua consueta nonchalance! Ha davvero sbarellato, scrivono parecchi commentatori, e non può essere altrimenti, dato che l'imbecillità di cui lo accredito non può giustificare questo suo comportamento ondivago.

Eviterò di commentare i risultati elettorali. Tutti hanno vinto e, l'ascoltare i dirigenti politici che intonano peana, fa venire il voltastomaco. In questo momento, tra l'altro, sono soIo i leader di destra, che non amo, a cantar vittoria. Renzi, Berlusconi e Salvini (quest'ultimo l'unico ad aver avuto un certo successo). Io che non capisco granché di politica, mi sono limitato a leggere i numeri dai quali salta fuori, evidente, la débâcle renziana, una vera e propria Waterloo. Indietro ovunque, anche a Palermo dove, pur prendendo solo il 4 per cento, hanno l'ardire di proclamarsi vincitori, accreditandosi il risultato di Orlando il quale, come cinque anni fa contro il candidato del pd, oggi berlusconiano, ha da solo sbaragliato il campo. Che pena, se si pensa alla perdita di immagine per il golden boy di Rignano. La sua candidata viene asfaltata dall'ex sindaco   inviso al suo augusto genitore, segretario (autosospeso) del pd. D'ora in poi Rignano sull'Arno vedrà sbocciare altri fiori, oltre ai gigli una volta magici.

A Lampedusa invece Giusi Nicolini, entrata anche lei nello stemma araldico di famiglia, candidata renziana al secondo mandato da sindaco, viene "stracciata" dal suo avversario di sinistra, quella vera. Totò Martello, da tantissimi anni, senza nessun riflettore puntato addosso, si occupa di migranti e di sbarchi. Lui sì che non ha mai perso di vista le necessità dei suoi concittadini, e non si è mai fatto tirare per la giacchetta da nessuno. Ormai è un dato di fatto, chiunque si collochi sotto l’ala protettrice di Renzi, finisce per scottarsi. "Porta sfiga, chi lo tocca muore, è antitetico a re Mida, trasforma tutto in piombo!" scrive una mia amica.
Come mai, mi domando. Nutro da sempre una profonda stima nei confronti della sindaca di Lampedusa. Chiedo allora lumi ad un mio amico giornalista che, trascorrendo molto tempo su quell'isola, ne conoscerà sicuramente tutti i segreti, gli umori della gente. Lui mi risponde a "stretto giro di posta".
Cinque anni fa Giusi Nicolini aveva vinto di misura, non godeva della stima e della simpatia dei suoi concittadini, già al secondo anno di mandato aveva assistito alla frantumazione della sua maggioranza in Consiglio comunale. Aveva anche scaricato parte del suo elettorato, in maniera tutt'altro che diplomatica ad appena qualche mese dal suo insediamento. Dall'alto del suo piedistallo non ha mai risparmiato i suoi elettori, rispondendo loro in modo acido e scorbutico, maltrattandoli e a volte anche mortificandoli pubblicamente. Li ha esasperati ed inaciditi. L'avevano eletta perché speravano, dopo il ciclone giudiziario abbattutosi sul precedente sindaco, di poter "resettare" gli intrallazzi sul territorio attraverso la sua proposta "Legalità offerta da Nicolini", ma dopo poche settimane avevano già deciso che, quand'anche avesse terminato il suo mandato, non ne avrebbe certo fatti altri. Nota di colore: in piena campagna elettorale, all'incontro pubblico tra il ministro Lotti e la popolazione-imprenditori, al suo comizio erano presenti tredici persone oltre parte della Giunta e i consiglieri non al completo. Non è stata una sorpresa. Forse lo è stata per il mondo, ma certo non per Lampedusa. Qui era una storia già scritta cinque anni addietro. Solo che nessuno la voleva leggere. D'altro canto, la differenza tra il mondo reale e come lo si vuol dipingere è questa. Si preferisce la versione mediatica, è senz'altro più gradevole e rassicurante, anche per le coscienze. Questo in sintesi il pensiero del mio amico; non intendo commentarlo, preferisco consegnarlo così com'è ai miei lettori.

Mi limiterei a giudicare anche il personaggio Renzi solo per la sua incapacità a fare autocritica, se non fosse che rischiamo di ritrovarcelo tra non molto come capo del governo. A volte ritornano! Nell'intervista a Giannini sembrava il protagonista di una tragedia shakespeariana. Si è definito vittima di “oltraggi, sassi e dardi dell'iniqua fortuna", come Amleto, povero! Vittime di un “colpo di stato”, nell'indagine Consip, il su babbo e Luca Lotti. Pensa probabilmente che abbiamo dimenticato come l'indagine sia partita dalle dichiarazioni di suoi fedeli valvassori! Poco male, i pentastellati gli stanno dando, consapevolmente (?), una bella mano d'aiuto, e dopo i famosi taxi del mare di Di Maio, ecco venire ufficialmente allo scoperto la Raggi con il suo padre/padrone Grillo! Gettata definitivamente la maschera, mostrano il loro vero volto, dichiarando ufficialmente la loro xenofobia. Nessun cambiamento di rotta in realtà, "controcanto" lo aveva denunciato già da tempo, assieme al negazionismo sulle vaccinazioni. Spiace per quanti, provenienti dalle delusioni della sinistra, tra cui molti miei amici, si erano rivolti con speranza a quel movimento che oggi è oggettivamente diventato di destra e fa concorrenza alla lega di Salvini!
Quasi tutti responsabili di questa deriva razzista che sta travolgendo tutti, giornali compresi. Un esempio?
L'11 giugno leggo un post di una mia amica con la seguente non-notizia accompagnata da foto: "Il corazziere nero al suo esordio in occasione dell'incontro tra il Papa e Mattarella". Vado su Google alla ricerca di qualcosa di più. Corriere.it ed Ansa titolano come il post. Altri che mi rifiuto di nominare usano amenità del tipo:"Mattarella si porta avanti con lo ius soli" o, ancora meglio, "Abusivi al Quirinale". Questo giovane dall'aspetto regale, non ha un nome. È semplicemente il corazziere nero, come il tulipano di antica memoria. È italiano, non potrebbe essere altrimenti, e per accedere al ruolo che ricopre, avrà dovuto superare prove d'esame fuori dalla portata della maggior parte di coloro che si sentono defraudati di un loro diritto, e senza raccomandazioni!
"Il nostro sarebbe sicuramente un paese meraviglioso se non fosse popolato da quella massa di beceri ed incolti razzisti che, invece di decrescere, sta aumentando in modo esponenziale. Chissà se, prima di morire, riuscirò a vedere il Paese che ho sognato sin da ragazza", scrive Silvana, ed io sottoscrivo!

Appare chiaro che l'unica speranza per il Paese è quell'area, a sinistra del pd, che va dal Movimento Democratici e Progressisti, al Si, a Possibile, etc. che, senza perdere tempo, ha il dovere di dissipare le ombre in merito alla scelta del leader e dei candidati. Abbiamo bisogno di una sinistra unita, e poco conta che Pisapia abbia votato Sì al referendum del 4 dicembre. Bisogna guardare avanti  e non temere che il penalista milanese possa ostacolare quel processo costituente di forze politiche, sociali, culturali ed economiche organizzate ma, soprattutto, quelle migliaia di cittadini che hanno abbandonato la politica, ed in particolare il PD e che, il 4 dicembre, avevano scelto di difendere la Costituzione. C'è un gran bisogno di tutti, anche di Prodi, perché ci si possa liberare della mefitica destra dei Renzi, dei Berlusconi e dei Grillo!
Domenica prossima a Roma speriamo di riconoscerci in molti nella proposta di Anna Falcone e Tomaso Montanari: "È necessario uno spazio politico nuovo, ci vuole una sinistra unita e una sola, grande lista di cittadinanza aperta a tutti: partiti, movimenti, associazioni, comitati". Una sinistra di popolo non può che rinascere dal popolo.
Evitiamo di fare come i capponi di Renzo, proviamo a far fronte comune, non "becchiamoci" più.
Imitarli sarebbe non solo dannoso, è decisamente stupido!

Sergio Rossitto



 

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