Dopo il discorso di Gianfranco Fini a Mirabello Silvio Berlusconi, come era prevedibile, tace. A parlare il suo portavoce Bonaiuti ,nello stile consono al PDL tenta di minimizzare l’accaduto sottolineando che “non si tratta di un fatto traumatico”. Il premier oggi incontrerà Bossi e domani è in programma una riunione collegiale dello stato maggiore del PDL. Il Leader leghista non ha dubbi :”se Berlusconi mi avesse dato retta non ci sarebbe stato spazio per Fini e Casini. Bisognava andare subito alle elezioni”. La dichiarazione di Bossi fa intendere che nei giorni scorsi nella maggioranza si è ragionato sulla possibilità di spiazzare gli avversari anticipando le loro mosse e costringendoli ad affrontare le elezioni con un elettorato ancora confuso dopo l’arroventato clima politico estivo. Rimane sempre, in ogni caso, l’incognita Quirinale : Napolitano potrebbe decidere, così come prevede la Costituzione, di affidare un incarico esplorativo e , qualora si verificasse l’esistenza di determinate condizioni e si coagulasse una maggioranza sulla necessità di riforma della legge elettorale, potremmo vedere nascere un nuovo governo che avrebbe anche il compito di gestire il periodo pre-elettorale. Una eventualità che Berlusconi vede come una sorta di flagello biblico. Lo sviluppo della situazione politica sembra comunque destinato a mostrare nei prossimi giorni una serie di colpi di scena che è possibile raggiungano l’apice con le dimissioni del premier. Pare infatti improbabile che Pdl e Lega accettino la proposta di Gianfranco Fini di un patto di fine legislatura, permanendo distanti le posizioni di Futuro e Libertà da quelle di Berlusconi anche per quanto riguarda i famosi cinque punti proposti dal premier come priorità assolute.
Fini, ieri a Mirabello, ha comunque pronunciato un discorso da leader che per molti nostalgici della politica moderata ha rappresentato un tuffo nel passato, quandola politica era vissuta con passione e l’interesse personale era secondario rispetto quello della collettività. Un passato in cui non esistevano le leggi “ad personam” e dove il parlamento esercitava un ruolo decisivo e centrale, dove c’era un tale rispetto dei ruoli da permettere ad un Partito Comunista all’opposizione di svolgere una importante funzione propulsiva nello sviluppo sociale di questo Paese.
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