Insulti e urla da parte dei parlamentari del Pdl, ieri all’indirizzo del Presidente della regione siciliana, Raffaele Lombardo , impegnato nella presentazione del suo nuovo governo. “Mon mi fermate col chiasso e la violenza” ha esclamato il governatore , deciso a portare avanti la propria linea politica. Del Lombardo quater fanno parte Gian Maria Sparma, Andrea Piraino, Letizia Diliberti, Sebastiano Messineo, Elio D'Antrasi, Giosue' Marino, ex prefetto di Palermo e commissario nazionale antiracket, e gli uscenti e riconfermati Marco Venturi, Massimo Russo, Pier Carmelo Russo, Caterina Chinnici, Gaetano Armao e Mario Centorrino. In quota all’Udc di Casini c’è il professor Andrea Piraino, vicino all’Api di Rutelli viene indicato Sebastiano Messineo. Vicini a Fli vengono considerati gli assessori Gian Maria Sparma e Letizia Diliberti, entrambi dirigenti della Regione.Tra i primi punti del programma dell’esecutivo vi è quello dell’abolizione delle provincie. “È un ribaltone - sostiene il co-coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Castiglione - questo governo è debole e non durerà molto”. Quello che sembra, a chi la politica la guarda con un po’ di distacco, è che vi siano in gioco troppi interessi e troppa confusione, con gruppetti e partitini che ogni giorno si affacciano alla ribalta per poi sparire il giorno dopo. Nei partiti manca un collante in grado di tenere uniti i rappresentanti politici:il Pdl in Sicilia è spaccato in due, altrettanto lo sono l’Udc e il Pd. Tutto questo porta ad avere governatori senza maggioranze certe, con programmi che cercano di accontentare tutti, ma che finiscono per rendere precario il governo della regione.
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