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11/12/2007 -

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'COSA ROSSA' 'COSA BIANCA' ' SPALLATA'. I TERMINI DELLA POLITICA.

In questi anni è cresciuta l'attenzione per l'aspetto comunicativo.


'COSA ROSSA' 'COSA BIANCA' ' SPALLATA'. I TERMINI DELLA POLITICA. Dopo il “tesoretto” , la “spallata” di Berlusconi , “la cosa rossa” e la “cosa bianca” i titoli dei giornali sono pieni di termini pieni di enfasi che , seppur aiutano ad individuare e catalogare l’argomento delle notizie e dei temi trattati , a volte sono veramente ridicoli. Non è colpa dei giornalisti, ma l’esigenza di coniare “tormentoni politici” rappresenta la necessità divulgativa di una politica che è in cerca di una forma di comunicazione più diretta e semplice. Berlusconi , sempre attento alla forma e sempre attorniato da esperti della comunicazione, sa bene che il consenso lo si crea anche attraverso il sapiente utilizzo dei termini e la loro ripetizione costante e ossessiva. Ritornando al termine “spallata”, non può certo sfuggire come i rappresentanti di Forza Italia lo abbiano ripetuto ad ogni loro intervento, rispondendo ad una precisa “strategia della parola” messa a punto dal Cavaliere e dai suoi esperti. Nulla di male. Sono strategie che ormai i politici conoscono e utilizzano con disinvoltura. Le tecniche di comunicazione , quelle derivate dalla programmazione neuro linguistica (PNL), non si limitano però a facilitare la comunicazione ma , a volte, diventano subdole e aggressive. Tra quelle più adoperate vi sono le tecniche che mirano a costruire la verità e ad influenzare l’immaginario collettivo utilizzando l’esatto opposto della realtà dei fatti: basta ribadire più volte una falsità o una “mezza verità” con determinazione ed enfasi, dando l’impressione che non esiste possibilità di essere smentiti, affinché ciò che si afferma diventi plausibile, possibile e, infine, certo.

E’ chiaro che queste strategie vanno a segno soprattutto nelle menti più influenzabili, meno provviste di “filtri” adatti a depurare i flussi informativi che provengono in modo massiccio dalle fonti di informazione, ma è anche vero che sono molti coloro i quali non hanno memoria storica degl’eventi e , soprattutto, la possibilità di effettuare riscontri oggettivi sulle informazioni. La conseguenza è che spesso tutto questo porta ad una mancanza di dialogo tra le forze politiche impegnate a ribadire concetti da “propaganda” e che l’opinione pubblica non è in grado di distinguere più tra i fatti e la loro trasposizione in termini di ricerca del consenso.



Nicola Lo Iacono



 

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