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03/10/2011 - 08:31:35

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DIPENDENTI PUBBLICI LICENZIATI ANCHE IN ITALIA? LA CRISI È IMPREVEDIBILE. OCCORRE UNA SVOLTA.

Il Governo continua a prendere tempo. E se a Piazza Armerina fossero licenziati venti dipendenti comunali?



La Grecia ha deciso il licenziamento di 30.000 impiegati statali. Non è difficile immaginare cosa accadrà nei prossimi giorni in quella nazione quando occorrerà scegliere quali famiglie dovranno essere buttate sul lastrico a causa della crisi. Ma la domanda che tutti ci poniamo è se quello che sta accadendo in Grecia è possibile che si verifichi anche in Italia. Le due nazioni dal punto di vista della struttura economica sono molto diverse. L’Italia ha una struttura economica basata sulla produzione di beni e servizi , mentre la Grecia ha un’economia basata in gran parte solo su un settore: il turismo. Questo dovrebbe metterci in teoria al riparo da un default come quello che si prospetta per il popolo ellenico.
Questi ultimi anni però lo sviluppo della crisi è stato del tutto imprevedibile e la globalizzazione che lega i vari stati ha creato un sistema in cui le economie nazionali sono interamente connesse fra di loro, per questo motivo il default greco potrebbe creare un effetto a catena che coinvolgerebbe in primo luogo la Germania, le cui banche hanno fatto grandi investimenti in Grecia. Gli effetti sarebbero devastanti per l’intera Europa. Anche l’Italia si troverebbe ad un passo da misure drastiche. Difficile oggi immaginare una situazione di questo tipo, ma difficile non significa improbabile.

Visto che il Governo italiano da due anni a questa parte non ha saputo prendere decisioni in grado di rilanciare la nostra economia, la scelta dei licenziamenti di dipendenti pubblici in una situazione di emergenza sarebbe obbligata. Occorrerebbe in pratica, per diminuire il debito pubblico,  agire sulla spesa corrente diminuendo la voce che più di ogni altra incide : gli stipendi. Anche Piazza Armerina sarebbe chiamata a fare la sua parte. I primi a saltare sarebbero i dipendenti degli enti pubblici, comune in testa. Una ventina di dipendenti assunti a tempo indeterminato sarebbe licenziata in tronco. Una situazione difficile da immaginare ma, ripetiamo, non improbabile.

Cosa può evitare che gli eventi precipitino? Solo una svolta da parte del Governo nelle decisioni di politica economica. Una svolta che appare però difficile fin tanto che a governare sarà una maggioranza parlamentare che ormai non trova più riscontro nel paese reale e che sostiene un Governo dove alcuni  dei suoi ministri godrebbero da un disfacimento dell’Italia. Anzi è forte il sospetto che proprio la Lega stia lavorando per creare una situazione di fallimento dello Stato italiano in grado di mettere i presupposti per una secessione del nord Italia.

Tutto questo è il risultato di una becera politica economica in cui l’unico obiettivo di Tremonti è stato quello di risanare il debito pubblico e in cui le misure a sostegno dell’economia sono state ignorate. Credo che sia legittimo pensare che il ministro dell’Economa non abbia le conoscenze necessarie per affrontare la crisi dal punto di vista delle misure necessarie al rilancio produttivo. Del Presidente del Consiglio, che dovrebbe incarnare la voglia di riscatto e di ripresa dell’Italia, meglio non parlare. Lui è impegnato in tutt’altro.

Nicola Lo Iacono



 

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