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20/07/2012 - 13:06:59

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OPERAZIONE DELLA POLIZIA TRA ENNA E CALTANISSETTA, ARRESTATE 4 PERSONE

In manette anche un agronomo di Catania, consulente di un istituto di credito.


Operazione della polizia tra Enna e Caltanissetta, arrestate 4 persone

A conclusione di articolate indagini, anche di natura tecnica, condotte dalle Sezioni criminalità organizzata delle Squadre Mobili di Caltanissetta ed Enna, coordinate dalla Procura della Repubblica D.D.A. di Caltanissetta, il G.I.P. di quel Tribunale ha emesso ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere a carico dei sottonotati soggetti, ritenuti responsabili a vario titolo dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione ed usura. In particolare il provvedimento restrittivo è stato emesso nei confronti di:

1. NICOSIA Maurizio Giuseppe, nato ad Enna classe 1963, residente a Villarosa, con precedenti per associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di stupefacenti;

2. TORRISI Giuseppe, nato a Catania classe 1966, residente a Gravina di Catania, agronomo, precedenti per reati finanziari e falso;

3. CAMMARATA Michele, nato a Capizzi, classe 1964, residente ad Enna, allevatore ed imprenditore agricolo, con precedenti per pascolo abusivo, furto, ricettazione, associazione a delinquere di tipo mafioso, truffa, falso, associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di stupefacenti, estorsione;

4. FASCETTO Giuseppe, nato a Capizzi, classe 1968, residente a Leonforte, con precedenti per favoreggiamento reale, associazione a delinquere finalizzata ai furti, spaccio di stupefacenti, danneggiamento ed estorsioni.

 In particolare Nicosia Maurizio è accusato di associazione mafiosa, nonché di usura in concorso e di estorsione ai danni di un imprenditore agricolo di Catania, con le aggravanti di aver fatto parte di un'associazione armata avente disponibilità di armi ed esplosivi per il conseguimento delle finalità associative, nonché di aver finanziato le attività economiche assunte o controllate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto e il profitto dei delitti commessi e di aver commesso il fatto durante e nel periodo dei tre anni successivi alla cessazione dell’applicazione nei suoi confronti della misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Gli altri arrestati sono accusati di usura ed estorsione in concorso con il Nicosia, sempre ai danni del citato imprenditore di Catania. Le indagini iniziavano all’indomani della cattura del latitante gelese Daniele Emmanuello, già capo della consorteria di cosa nostra di Gela, avvenuta, com’è noto, a Villapriolo (En) nel dicembre 2007. A seguito di tale evento veniva avviata approfondita attività di indagine condotta dalla Polizia di Stato che permetteva di accertare come la latitanza dell’Emmanuello fosse di fatto supportata anche da uomini dei clan mafiosi di cosa nostra di Villarosa e di Vallelunga Pratameno. Le indagini quindi si allargavano e monitoravano i mutamenti nella organizzazione di cosa nostra a livello provinciale. Un primo riscontro di tali attività investigative circa l’appoggio logistico della famiglia mafiosa di Villarosa al clan di cosa nostra di Gela, in particolare quale responsabile della gestione della latitanza di Daniele EMMANUELLO a Villarosa, era costituito dall’arresto in flagranza effettuato dalla Squadra Mobile di Caltanissetta, di LA PAGLIA Roberto, vivandiere del latitante e personaggio strettamente legato allo stesso NICOSIA Maurizio sopra indicato; in data 7 maggio 2010, infatti, appena scarcerato, i parenti del LA PAGLIA si premuravano di avvisare Maurizio NICOSIA dell’avvenuta liberazione del suo uomo di fiducia. L’avvento criminale della famiglia Nicosia a Villarosa e l'avvicinamento di Maurizio NICOSIA alla famiglia EMMANUELLO di Gela, venivano inoltre confermati dalle testimonianze di diversi collaboratori di giustizia, in particolare dagli ex-affiliati BARBIERI Carmelo e SMORTA Crocifisso, e da quelle del neo collaboratore HAJ HASSINE Ridha, soggetto pienamente inserito nell'ambiente dei trafficanti di stupefacenti a Villarosa e nei centri limitrofi, che descriveva il totale controllo da parte della famiglia NICOSIA sul territorio di Villarosa, con particolare ma non esclusivo riferimento al traffico di stupefacenti, riferendo, altresì, di un progetto di alcuni personaggi della famiglia di Cosa Nostra di Enna di eliminare alcuni esponenti del clan dei NICOSIA. Tale ascesa criminale veniva quindi confermata dalle presenti risultanze investigative, attraverso le quali il NICOSIA Maurizio, principale esponente della nuova famiglia di Villarosa, emergeva anche quale referente con esponenti di cosa nostra di rilievo provinciale di Caltanissetta, Palermo e Catania. I risultati delle indagini mettevano inoltre in rilievo le capacità di Maurizio Nicosia, che reinvestiva i capitali di origine criminale in attività economiche diversificate, in un’ottica di moderna gestione delle risorse. Inoltre la cosca mafiosa oggetto di indagini mostrava di sapersi espandere anche in settori di interesse criminale finora ritenuti “sconvenienti” per gli affiliati a cosa nostra, in particolare nel campo dell’usura. Le investigazioni disvelavano come gran parte dei profitti illeciti provenisse proprio da tale attività criminale, condotta anche in altre province ricorrendo all’occorrenza, per riscuotere i crediti, ai metodi classici delle organizzazioni mafiose quali la minaccia e l’attentato intimidatorio. Nel corso delle attività di indagine emergeva la figura di un imprenditore del catanese di 40 anni circa che intratteneva frequenti contatti telefonici con il predetto NICOSIA Maurizio a causa di un rapporto debitorio in corso; dalle attività tecniche risultava evidente la condizione di assoggettamento ed omertà sofferta da tale imprenditore per la consapevolezza che il NICOSIA Maurizio era un personaggio di forte caratura criminale mafiosa. La vittima, dopo una prima fase di totale reticenza dovuta alla forte paura di ritorsioni, rendeva dichiarazioni a questi uffici ed all’A.G. di Caltanissetta, confermando di essere sottoposto ad usura da parte del Maurizio NICOSIA. L’imprenditore catanese aveva chiesto un prestito per l’acquisto di alcuni immobili (appartenenti alla famiglia della medesima parte offesa e messi in vendita a seguito di pignoramento) ad una filiale della Monte Paschi di Siena di Catania; poiché le somme richieste non arrivavano ed era prossima la scadenza per il pagamento dei beni posti all’asta, il TORRISI, agronomo e consulente del citato istituto di credito, si offriva per reperire, tramite “amicizie”, le somme occorrenti, conducendo personalmente lo sventurato presso Michele CAMMARATA, nella sua azienda di Enna. Il CAMMARATA, tuttavia, adducendo la propria indisponibilità economica, si faceva a sua volta intermediario con il Maurizio NICOSIA.



 

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