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05/10/2012 - 12:34:51

StartNews.it

 

CNA: AZIONE DI CONTRASTO AL PATTO DI STABILITÀ.

Imprese a rischio chiusura.


CNA: Azione di contrasto al patto di stabilità.

 La CNA di Enna ha avviato una iniziativa che partendo dalla provincia di Enna intende estendere a tutto il territorio regionale per poi raggiungere il Governo Nazionale. L’associazione ennese promuove un azione decisa contro l’ottusa applicazione del patto di stabilità al quale sono assoggettate le Amministrazioni Pubbliche, la Regione, i Comuni e le Province, che sta producendo un danno incalcolabile alla già provata economia regionale.

Tra le conseguenze prodotte, oltre alla stagnazione degli investimenti, c’è al primo posto il blocco dei crediti nei confronti delle imprese fornitrici delle Pubbliche Amministrazioni, che sta arrecando un notevole pregiudizio alla sopravvivenza delle stesse. Ha dichiarato il presidente dell’Associazione Tonino Palma: Siamo consapevoli del fatto che gli enti locali spesso subiscono questo provvedimento, soprattutto quelli più virtuosi, che si vedono costretti ad accumulare "avanzo" altrimenti spendibile.

Così come siamo d’accordo sul fatto che bisogna contenere la spesa, ma mettere in atto un meccanismo così perverso che riversa, ancora una volta, sulle imprese il peso di regole che piuttosto che razionalizzare le uscite spostano i pagamenti danneggiando pesantemente quelle imprese che hanno già anticipato forniture e servizi. Questa norma rappresenta un’ingiustizia sociale che lede i diritti delle imprese, non incide sugli sprechi, sulle malversazioni e sulla incapacità di tenere sotto controllo i bilanci, non colpisce quegli amministratori che hanno abusato del loro ruolo creando vere e proprie emorragie nelle casse pubbliche.

Nel caso della Regione Siciliana, il patto di stabilità non solo ha provocato la crescita in maniera esponenziale dei crediti vantati dalle imprese, determinando una paralisi di interi settori, dall’edilizia al trasporto, dalla formazione ai servizi, ma ha di fatto compromesso pure la possibilità di impiegare le somme della Comunità Europea destinate ad investimenti, infrastrutture, sostegno alle imprese, formazione, ricerca, ecc. Le deroghe richieste dalla Regione al Governo di fatto rappresentano delle misure tampone che nella sostanza non risolvono il problema ma ne limitano momentaneamente e parzialmente l’impatto.

Bisogna comprendere che gli imprenditori stanno affrontando una crisi di liquidità inimmaginabile, resa drammatica dalla concomitante crisi del credito, dal calo dei consumi e dall’aumento della tassazione, al punto che non riescono più a pagare i contributi previdenziali, pregiudicando la possibilità di continuare ad operare con le pubbliche amministrazioni per effetto del DURC negativo. Per queste ragioni abbiamo attivato una rapida indagine conoscitiva che coinvolge le imprese, i Comuni, le Province e la Regione, per quantificare questo fenomeno che riteniamo vada al di là dei numeri diffusi in queste settimane, e riportarlo all’attenzione dell’opinione pubblica, delle nostre associazioni a livello regionale e nazionale, al fine di attivare una pressione congiunta che possa indurre il governo a sbloccare questa situazione diventata ormai drammatica.

In questi giorni abbiamo diffuso tra le imprese e gli enti locali una scheda per rilevare l’ammontare reale dei crediti, abbiamo chiesto ampia collaborazione affinché si possa certificare con dati incontrovertibili, quello che da tempo denunciamo inascoltati, in modo da avere una stima che darà la misura del danno provocato da una norma perversa che sta mettendo le imprese in ginocchio. Chiediamo la collaborazione di tutti, amministratori locali ed imprese, per tentare di porre rimedio ad una situazione che rischia di essere di non ritorno.



 

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