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07/06/2013 - 09:38:30

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ASP ENNA: ATTIVAZIONE AMBULATORI DEDICATI ALLA MEDICINA DELLE MIGRAZIONI

Attivati ambulatori dedicati alle patologie delle popolazioni migranti residenti nei comuni appartenenti all’ASP di Enna


ASP Enna: Attivazione ambulatori dedicati alla Medicina delle Migrazioni

Per venire incontro alle esigenze di salute delle popolazioni migranti, su indicazione della Direzione Aziendale, la dott.ssa Loredana Disimone, Direttore U.O.C. Materno Infantile territoriale, e Dott. Mauro Sapienza, Direttore U.O.C. Medicina Interna - S.O. “Umberto I”, dell’ASP di Enna, con il supporto della dott.ssa Eleonora Caramanna, responsabile dell’Unità Operativa Educazione della Salute, hanno attivato ambulatori dedicati alla Medicina delle Migrazioni, sia in ambito pediatrico sia per quanto attiene le patologie degli adulti. L'attività ambulatoriale prevederà i seguenti percorsi clinico-assistenziali: • attività di prevenzione e promozione della salute • assistenza e supporto per il ricovero • rilascio cod. STP (Straniero Temporaneamente Presente) ed ENI (Europeo Non Iscritto) presso gli Uffici preposti •

 invio alle strutture specialistiche territoriali • interventi Sanitari di I° livello - ambulatori dedicati: medicina generale assistenza pediatrica assistenza in gravidanza e puerperio procreazione responsabile e contraccezione screening del cervicocarcinoma Il servizio sarà espletato così come di seguito specificato: 1. Ambulatorio di Medicina Generale presso l'U.O.C. Medicina Interna dello S.O. “Umberto I” di Enna, contrada Ferrante (accesso diretto previo appuntamento con il Dott. Mauro Sapienza : mobile 335.6066154 – tel. 0935.516602) 2. Presso il Consultorio Familiare di Enna, via Messina n°1: Ambulatorio Pediatrico (dott. Federico Emma – Infermiera sig.ra Gabriella Suffia) Ambulatorio Ostetrico-Ginecologico (dott.ssa Stella Ciarcià – Ostetrica sig.ra Carmela Figliolio) (accesso diretto previo appuntamento con gli operatori del Consultorio: tel. 0935 520660-661-667)

“Le politiche sanitarie delineate dalle disposizioni vigenti, in un'ottica di complessiva tutela della salute pubblica, mirano a garantire la verifica e l'eventuale ripristino della salute di tutti gli immigrati presenti. Una delle sfide in Sanità Pubblica riguarda, infatti, la necessità di garantire percorsi di tutela a quella parte di popolazione che per vari motivi si trova a vivere ancora ai margini del sistema, in condizioni di fragilità sociale, economica e culturale” dichiara il Commissario Straordinario, dott. Giuseppe Termine. “Si interviene sulle condizioni patologiche con particolare riferimento a quelle infettive e al disagio psichico; sulle condizioni fisiologiche come la gravidanza e comunque in tutto l'ambito materno infantile; sulle condizioni sociali come l’emarginazione, il disagio, la prostituzione, che vedono come protagonisti spesso obbligati, donne e uomini stranieri”, afferma la dottoressa Loredana Disimone

Il patrimonio di salute in dotazione all'immigrato, sempre che giunga integro all'arrivo in Italia, si dissolve sempre più rapidamente, per una serie di fattori di rischio: il malessere psicologico legato alla condizione d'immigrato; la mancanza di lavoro e reddito; la sottoccupazione in lavori rischiosi e non tutelati; il degrado abitativo in un contesto diverso dal paese d'origine; l'assenza del supporto familiare; il clima e le abitudini alimentari diverse che spesso si aggiungono a una condizione di status nutrizionale compromesso; la difficoltà nell'accesso ai servizi sanitari, nonostante una normativa che ne preveda l’accesso anche per gli irregolari. Il periodo di intervallo, che trascorre dall'arrivo in Italia alla prima richiesta di intervento medico, si è drasticamente ridotto ed è passato da circa 10-12 mesi a 30-40 giorni – illustra così la tematica il dott. Sapienza - Questa nuova realtà delle condizioni di salute degli immigrati deriva solo in parte da un migliorato accesso alle strutture del Servizio Sanitario Nazionale e riguarda soprattutto gli immigrati di seconda generazione o quelli presenti nel nostro Paese da un periodo di tempo più lungo.

La scomparsa dell’effetto “migrante sano” deriva principalmente dalla migliorata capacità delle strutture del SSN di riconoscere, oggi più che in passato, una serie di patologie misconosciute fino a poco tempo fa. In generale i problemi principali che caratterizzano la condizione di salute delle popolazioni migranti sono la maggiore frequenza, in confronto alla popolazione italiana, dei ricoveri causati da traumatismi: 5,7% negli stranieri contro il 4,8% negli italiani; un tasso di incidenza degli infortuni tra gli stranieri sensibilmente più elevato rispetto agli italiani: 60% contro 40% ogni 1.000 lavoratori; la percentuale dei casi di tubercolosi in persone straniere è in costante aumento che va dall’21,7% al 39,4%; un rapido aumento dell’infezione dell’AIDS, che va dal 3,0% al 17,9% ; per quanto riguarda la salute della donna immigrata, si ricordano: l’alto tasso di abortività, che ha raggiunto in alcune regioni il 36% del totale; la scarsa informazione sanitaria;

la presenza di donne con mutilazioni genitali femminili. In conclusione, si può affermare che la sfida da portare avanti è quella di una completa integrazione sociale di questi nuovi cittadini e, per quel che riguarda la sanità, garantire loro una reale fruibilità dei servizi e delle prestazioni. Pensare a una organizzazione adeguata, a una capacità comunicativa efficiente, a una compatibilità culturale, alla formazione specifica del personale è ancora una volta un'occasione per il nostro sistema di renderlo più fruibile”.



 

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