Si conclude questa sera la campagna elettorale a Piazza Armerina, una campagna contraddistinta dal punto di vista politico dai soliti temi ma che verrà ricordata per lo scempio che tutti i candidati hanno fatto con i loro manifesti sui muri della città. Ci vorranno mesi per rimuoverli e nel frattempo dovremo continuare a goderci i faccioni più o meno sorridenti con i loro slogan scontati e spesso bugiardi.
L’affissione selvaggia è un atto di vandalismo nei confronti della città che meriterebbe una severa sanzione ma che spesso non viene punita, con il risultato che i candidati si sentono autorizzati a ricercare i posti più impensati per affiggere manifesti che promettono legalità, pulizia e disponibilità. Una guerra, quella dei manifesti, che se non fosse per il danno che crea all’immagine della città, potrebbe essere definita grottesca e ridicola, come ridicola sa essere la politica quando scende a certi livelli.
Da un po’ di anni è passata l’idea che un candidato senza manifesti è un candidato perdente e la diminuzione dei costi, grazie alla tecnologia, permette a chiunque di stamparne grossi quantitativi e imbrattare impunemente i muri della città. Sulla fantasia dei messaggi pubblicitari si potrebbe scrivere un libro. Frasi brevi che illustrano l’obiettivo del candidato che , nella maggior parte dei casi, ricordano gli slogan delle saponette degl’anni sessanta e dei detersivi di lavatrice. Le foto sono ancora più ridicole: i faccioni spesso ritoccati al computer per nascondere i difetti più evidenti ed esaltare i lineamenti finiscono per far assomigliare i nostri candidati a serial killer ricercati dalla polizia.
Cosa ricorderemo di questa campagna elettorale ? Sicuramente i comizi. Alcuni divertenti altri conditi di dotte citazioni ma che nella maggior parte dei casi, pieni di tecnicismi e frasi di rito, mettono in evidenza la scarsa capacità comunicativa degl’oratori che finiscono per annoiare un pubblico che qust’anno è accorso numeroso.
Anche in questa tornata elettorale , alla fine, sceglieremo comunque la classe politica che dovrà rappresentarci. Non tutti voteremo con coscienza anche perché la maggior parte degl’elettori voterà , almeno nel primo turno, prendendo come punto di riferimento non il bene della città ma l’interesse personale , i rapporti di parentela e gli ordini di scuderia. Se questa parte dell’elettorato dovesse prevalere avremo un classe politica scarsamente rappresentativa degl’interessi della città , se a prevalere sarà l’elettorato libero e pensante è probabile che saremo meglio rappresentati.
Diciamolo con molta chiarezza: il problema di Piazza Armerina è che gli uomini “liberi e pensanti” sono troppo pochi rispetto alla massa disinformata e ignorante che non ha cognizione ragionata dei problemi e che vive , spesso , senza comprendere ne cercare di comprendere.
Lunedì sera sapremo chi ha vinto e chi ha perso: speriamo che a vincere sia Piazza Armerina.
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