E’ lunedì nero per le Borse occidentali, con Milano maglia nera e Wall Street che perde diversi punti, trascinata dai dati negativi nel settore manifatturiero Usa. Una discesa che porta alla caduta anche della Borsa di Tokyo che chiude a -4,18. Guardando dunque a Piazza Affari, al termine della seduta il FTSE MIB cede il 2,63%. Male anche le altre Borse dell’Eurozona ma con cali più contenuti (indice Eurostoxx -1,61%, non va meglio agli altri listini con Francoforte in calo dell’1% e Madrid dell’1,4%). Mentre prosegue il crollo della Borsa di New York: il Dow Jones perde il 2,06% a 15.375,24 punti, il Nasdaq cede il 2,61% a 3.996,96 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,3% a 1.742,2 punti. E i segnali, per la giornata odierna, non sono certo migliori: l’indice Nikkei perde il 4,18% attestandosi a quota 14.008,47. Il listino giapponese ha ceduto 14 punti in un mese dopo il saliscendi del 2013. Molto male anche l’indice secondario Topix che perde il 4,76%, toccando quota 1.139,27. In particolare, per l’indice Nikkei è la seduta con la perdita più forte dal giugno 2013 e della chiusura al livello più basso dall’8 ottobre scorso.
Sono i risultati delle preoccupazioni per l’economia Usa con gli indici di acquisto dei manager industriali scesi a 51,3 contro 56,5 di dicembre che hanno rivelato come che a gennaio il settore manifatturiero americano abbia ridotto sia la produzione che gli ordini. “Crediamo che i recenti dati sull’economia statunitense abbiano mostrato un po’ di fragilità nello stato attuale di salute. Cartina di tornasole per capire la situazione saranno i dati di venerdì sul mondo del lavoro del paese a stelle e strisce. Dati positivi convinceranno il nuovo presidente della Fed Janet Yellen a continuare il tapering” commenta Filippo A. Diodovich, di Ig Markets, sottolineando che “cifre deludenti potrebbero, invece, far riflettere i membri della commissione operativa nel prossimo meeting del Fomc di marzo in modo da lasciare gli stimoli monetari invariati”.
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