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03/07/2014 - 13:34:01

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ENNA - IL SOLENNE PONTIFICALE CELEBRATO IN ONORE DI MARIA SANTISSIMA DELLA VISITAZIONE

Duomo gremito di fedeli ed alla presenza del clero cittadino, delle autorità civili e militari e dei rettori delle confraternite


“Il nostro cuore gioisce per una donna che il Signore ha voluto nella gloria ed in lei noi vogliamo guardare non per idolatrarla ma per stare alla  presenza di Dio”. Con queste parole Rosario Gisana, vescovo della diocesi Armerina ha introdotto il solenne pontificale celebrato questa mattina in onore di Maria Santissima della Visitazione, Patrona del popolo ennese. In un Duomo gremito di fedeli ed alla presenza del clero cittadino, delle autorità civili e militari e dei rettori delle confraternite con la liturgia animata dalla corale “Maria Santissima della Visitazione” diretta dal maestro Santino Cancaro, il vescovo ha poi pronunciato un’omelia imperniata sui valori del “servizio”  della “povertà” e dell’ “umiltà”. “E stupefacente - ha detto il vescovo - come noi siamo stati in ascolto della parola del Signore. Tutti abbiamo qualche dubbio ma davanti alla parola ci siamo prostrati. Questa parola ci spiega il senso di quello che stiamo vivendo” Ed il presule pone l’accento sul fatto che la creatura deve capire che stare davanti al Creatore presuppone una predisposizione all’umiltà e cita Sant’Agostino che con la sua sapienza, con la sua scienza si assoggetta con grande umiltà alla semplicità della Parola di Dio.

 

 “Come un bambino che sta in braccio a sua madre l’uomo deve fidarsi di Dio cercando di  sedare quell’impeto di narcisismo e di egocentrismo ed è così che fa la Figlia di Sion” Poi fa una comparazione fra gli uomini e la Madonna ed esattamente quando la Vergine si reca in Visita da Elisabetta rimanendo colpito dallo zelo di Maria e chiedendosi se la povertà dell’uomo debba essere legata a questa condizione di servizio verso gli altri come Maria ha fatto con la cugina Elisabetta. “Credo che povertà è legata al servizio ‘ecco la serva del Signore’ e “l’altro” ossia il prossimo è il mio Signore. Maria serve e noi dobbiamo servire i fratelli altrimenti scivoliamo nella doppiezza della nostra vita religiosa. Noi siamo mentitori se diciamo delle belle parole a Dio ma poi non serviamo i fratelli” . “Poi mi colpisce - prosegue Gisana - questo sussulto, il saluto può diventare vettore di cose straordinarie ‘ le colline saltarono come arieti’. Maria ci insegna che la nostra vita ordinaria fatta di abbracci, di saluti può veicolare lo straordinario di  Dio. Infine secondo l’ordinario diocesano,  Maria è portatrice di Spirito Santo: “Attraverso Maria possiamo rivitalizzare lo Spirito Santo in noi. Maria è colei che crede perché custodisce la parola, cosa che possiamo fare anche noi, possiamo incontrare il Creatore”. Solo questa vita è ricettacolo dello straordinario di Dio ma anche la fede è importante in Maria affinché il Signore possa realizzare ciò che ha in mente per ciascuno di noi e per l’intera umanità.
Mario Antonio Pagaria



 

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