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09/08/2014 - 18:33:05

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LA LUNGA STRADA PER LA RFORMA DEL SENATO

Una valutazione generale del lavori fin qui svolti richiamando alcune note che avevamo pubblicato durante l'iter legislativo


La lunga strada per la rforma del Senato

Da molti giorni abbiano  assisto agli spettacoli offerti in diretta . sul canale 525 di Sky.  dai Senatori della Repubblica i quali, facendo finta di discutere sul progetto di riforma dl Senato  predisposto dalla prevista Commissione Affari Costituzionali, parlavano e gridavano in modo scomposto su argomenti non ricollegabili al vero tema all’ ordine del giorno.

 

A parte le rituali relazioni fatte dal Presidente della Commissione Sen. Finocchiaro e dal  Sen. Calderoli, le sedute si sono svolte nella ormai consueta teatrale violenta contrapposizione. Ben circa ottomila emendamenti sono stati presentati da tutti i gruppi, di cui circa il 90%  solo  da S.E.L. e 5 Stelle, e migliaia di ordini del giorno per la cui discussione è iniziato il consueto filibustering che, in vista delle vicine ferie estive alle quali i nostri Senatori non potranno rinunziare, avrebbe potuto mettere in serio pericolo l’approvazione in prima lettura della riforma.

 

Purtroppo, avere nel tempo modificato il termine di “ abolizione in riforma”, ha contribuito a creare maggiori difficoltà con pretestuose critiche  per il numero dei rappresentanti, per il modo della loro designazione, per la immunità e per il loro costo.Tutte le valutazioni che, da punti di vista diversi, potrebbero  anche avere un significato; ma una considerazione va fatta sulle polemiche svolte da più parti, tutte interessate ad affossare la riforma, sulla critica alla elezione di 2° grado dei nuovi senatori, considerata una grande offesa al principio democratico. Discorsi fatti da coloro i quali occupano quegli scanni per essere stati “NOMINATI”con il Porcellum, mentre  tutti i Consiglieri Regionali – elettori , sono stati regolarmente eletti dal popolo   con sistemi  che prevedono anche le preferenze.

Ma sulla abolizione del Senato questa stessa rubrica ha, inutilmente e ripetutamente, richiamato l’attenzione come risulta da questi “estratti” dalle seguenti note pubblicate.

 

15/5/2012 Contenimento della spesa pubblica

“ si parla di riforme istituzionali e di attribuzione  al Senato di nuove funzioni. Senato completamente inutile ed anzi dannoso nella struttura di uno Stato moderno”

 

14/7/2012 Spending review

“… dovrebbero essere gli stessi parlamentari a decidere sulla riduzione del  numero degli eletti, dei loro privilegi e della abolizione del Senato, inutile doppione per le identiche funzioni svolte dalla Camera dei Deputati e che serve soltanto ad allungare l’iter di approvazione delle leggi”

 

18/8/2012 Lettera Aperta per il Presidente del Consiglio Monti

“Bisogna considerare il fatto che una gran parte della spesa collegata alla politica è rappresentata dal costo del nostro antiquato sistema bicamerale”

 

22/11/2012  Un Parlamento delegittimato cercherà di bloccare le riforme

“ E’ lo stesso parlamento che avrebbe dovuto approvare la riduzione del numero dei  parlamentari e l’abolizione del sistema bicamerale…………..      Il Presidente del Senato  Sen.Schifani dovrebbe comunicare alla opinione pubblica quante e quali modifiche serie sono state apportate, nella seconda lettura, alle leggi approvate dalla Camera, per valutare la convenienza a mantenere in vita una Istituzione obsoleta, prevista dalla Costituzione in un particolare momento politico.”

 

 

25/1/2013 Elezioni – I veri problemi dell’Italia in secondo piano

“Nessuno parla più della inutilità del Senato che ritarda solo l’approvazione delle leggi”

 

28/6/2013  Si sono riaperte le danze

“ E noi continuiamo ad assistere alla inattività dell’obsoleto sistema bicamerale, alla costosa, inutile e dannosa della presenza del Senato che, secondo le ultime indicazioni, verrebbe mantenuto con la formale modifica in Senato delle Regioni”

 

19/9/2013  Regione – I tagli degli stipendi dei deputati

“ Oggi la speciale commissione nominata dal Presidente della Repubblica per le riforme istituzionali, dopo avere affermato la necessità di superare il nostro sistema bicamerale, propone una soluzione “all’italiana”: mantenere in vita il Senato ed attribuire allo stesso la funzione di Senato delle Regioni”

 

5/12/2013  Patto di instabilità

“ Da decenni si continua a parlare della riduzione del numero dei parlamentari, della abolizione dell’inutile, dannoso e costoso sistema bicamerale, ma si cerca di mettere molta carne sul tema delle riforme al solo scopo di creare motivi di rinvio  ed accomodamenti vari per evitarne l’approvazione”

 

11/172014  Compagni di merende

“La norma costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari e della abolizione del Senato dovrà essere approvata in doppia lettura dalla due Camere. Gli italiani che ormai conoscono bene i loro polli, sanno quali e quante difficoltà incontreranno le relative proposte di legge.”

 

 

20/1/2014  Incontro Renzi – Berlusconi

“ Sembra che non si sia trattato il problema della riduzione del numero dei deputati, mentre si è accennato alle modifiche dell’attuale bicameralismo, non con la soppressione del Senato ma attribuendo  alla seconda Camera la funzione di Senato delle Regioni a costo zero”

 

17/2/2014  L’abolizione del Senato

“ La dichiarata disponibilità concordata tra Renzi e Berlusconi puzza di malafede, perché loro ben  sanno che l’abolizione del Senato dovrà essere votata per ben due volte dalle due camere. Conoscendo il senso di serietà e di responsabilità dei nostri  rappresentanti, solo loro due possono far finta di credere che questo provvedimento potrebbe essere facilmente approvato” .

 

Questo lungo iter aveva suggerito al responsabile di questa rubrica di  proporre al Presidente Renzi, con mail dell’aprile scorso, una composizione  del Senato formata da 100 componenti, sostanzialmente accolta dalla prevista Commissione Affari Costituzionali del Senato con delle piccole modifiche peggiorative, ma le discussioni che si sono accese sul problema mi portano a concludere che sarebbe stato più facile chiedere ed ottenerne la completa abolizione ,che una modifica alla sua struttura.

Riteniamo utile, in questo particolare momento, riportare  uno stralcio di quanto  pubblicato, sempre su questa stessa rubrica il 15 febbraio 2014, in occasione del passaggio della campanella da Letta a Renzi:

“ Al momento di formare il nuovo governo Renzi dia una regolata alla sua irruenza che, se da una parte è stata determinante per vincere le primarie ( ed anche per ottenere il 40% dei voti in occasione delle elezioni euripee), potrebbe essere determinante per una brevissima durata del suo mandato. Un governo di coalizione non è la direzione del suo partito”.Oggi la situazione è più grave siaper  i toni di sfida  di Renzi rivolti al Parlamento sia per l’atteggiamento delle minoranze, le quali a turno hanno abbandonato i lavori dell’aula, che per le varie posizioni contrarie apertamente dimostrate da parlamentari della maggioranza.

 

La prima lettura, anche  se con grandissimo affanno, si è conclusa.

Questa è stata la prima battaglia, ma dovrà essere studiata una buona  strategia  per le ulteriori  tre battaglie, dal momento che un fuoco amico, proveniente sia dal P.D. che da forza Italia, continuerà nel tentativo di  rendere sempre più difficile il cammino della riforma.

 

In altre note pubblicate su questa rubrica avevamo sottolineato che  la proposta di riforma era stata avanzata fin dal 30 aprile scorso dal responsabile di questa rubrica Angiolo Alerci, quando nelle discussioni presso la commissione Affari costituzionali non si parlava della composizione del Senato.

 

La nota pubblicata su questa rubrica il 27 giugno 2014 così concludeva:

“Grazie ai membri della Commissione di avere considerato  positivamente la mia proposta, nella speranza che alla stessa non venga abusivamente dato il nome del plagiatore”. Infatti, da ieri la legge già viene chiamata “Legge Boschi”



 

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