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01/12/2014 - 19:39:39

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IL CONSIGLIERE MANUELA LENTINI:''LA POLITICA È FATTA, ANZITUTTO, DI DIALOGO E RISPETTO''

L'ultimo consiglio comunale ha offeso quei consiglieri che hanno avuto sempre grande rispetto degli elettori e che sono scesi in politica unicamente per perseguire il Bene Pubblico


Il consigliere Manuela Lentini:''la politica è fatta, anzitutto, di dialogo e rispetto''

Riceviamo e pubblichiamo. Il 27.11.14 è stato convocato il  Consiglio Comunale per l’approvazione del bilancio di previsione del 2014. Durante la seduta, in luogo di un dibattito corretto, eventualmente anche dai toni accesi, si è assistito ad uno spettacolo di pessima politica. E’ stata scritta una pagina di “politica” che poco ha di nobile e che, al contrario, offende e delude tutta quella gente che ancora oggi spera e crede nei valori e nella buona fede di chi la politica dovrebbe amministrarla.


Ma questo Consiglio, oltre ad offendere i cittadini ha profondamente offeso e disgustato anche coloro i quali hanno scelto di fare politica in modo onesto e nell’esclusivo interesse dei cittadini.  Ha offeso quei consiglieri che hanno avuto sempre grande rispetto degli elettori e che sono scesi in politica unicamente per  perseguire il Bene Pubblico, senza mirare al proprio interesse personale.


Ritengo ritiene di appartenere a pieno titolo alla prima, sempre più esigua, categoria, per ben tredici mesi ho fatto opposizione in maniera onesta e coerente, a volte con toni accesi, ma mai scadendo nel mero cortile e nell’attacco violento, gratuito e fine a se stesso.
La politica è fatta, anzitutto, di dialogo e di rispetto dell’altrui pensiero, ed io non mi sono mai sottratta a tali canoni nel corso del mio mandato, non sono mai scaduta nella provocazione né nell’offesa e nei giudizi personali, tantomeno ho mai utilizzato “mezzucci”dal chiaro sapore demagogico.
Nessuno può sconfessare quanto detto, così come nessuno può darmi lezioni di lealtà e correttezza politica, tantomeno possono farlo il consigliere Ribilotta ed il consigliere Picicuto.
A prescindere dalla decisone di entrare in amministrazione, avevo coerentemente deciso di votare l’emendamento proposto dall’opposizione, emendamento al quale avevo dato un fattivo contributo in qualità di componente della Commissione Bilancio.
Credevo che lo scopo precipuo della Commissione fosse quello di riuscire ad individuare eventuali risorse non impegnate che potessero essere utilizzate a beneficio della cittadinanza. Tuttavia, a fronte di tali intenzioni di facciata, è venuta alla luce la reale intenzione di alcuni consiglieri comunali i quali avevano, quale unico fine, quello di denigrare e screditare il Primo Cittadino e la Giunta, anche disattendendo le indicazioni date dal Collegio dei revisori dei conti.


Giova, infatti, ribadire che durante la lunga sospensione della seduta al fine di addivenire ad un emendamento unanimemente concordato, taluni consiglieri si sono arroccati su posizioni e proposte chiaramente inaccettabili, esigendo addirittura l’utilizzo di somme sulle quali vi era un preciso vincolo legale scaturente dall’esistenza di contratti ancora in vigore. In altri termini, la proposta era quella di reperire delle somme non adempiendo alle obbligazioni contrattualmente e precedentemente assunte. Quasi superfluo commentare un simile modus operandi e l’arroganza con la quale tali proposte venivano avanzate.
La verità è che l’emendamento elaborato e proposto, anche a causa delle inesatte informazioni fornite da taluni responsabili di settore, si era praticamente svuotato delle somme che in esso erano previste.
Operando con buon senso e correttezza politica si sarebbe dovuto prendere atto di ciò, dando una destinazione esclusivamente a quelle esigue e residuali somme che potevano realmente essere utilizzate.


Va da sé che evidentemente non era questa l’operazione che si voleva porre in essere, poiché l’utilizzazione delle somme che effettivamente potevano formare oggetto dell’emendamento erano diventate ben poca cosa e non avrebbero potuto giustificare alcun attacco denigratorio nei confronti dell’amministrazione, ed allora il dialogo sull’emendamento si è bruscamente interrotto, e si è portato in aula e messo ai voti un emendamento che, se votato, avrebbe inevitabilmente danneggiato l’Ente.
Questa è la verità dei fatti, ed è questa la ragione per la quale ho deciso di non votare l’emendamento. La coerenza è certamente un valore, ma non la si può invocare per giustificare prese di posizione fondate su mere petizioni di principio.


Già duemila anni fa Fedro nella favola delle “duas peras”, canzonava  coloro i quali hanno la tendenza a guardare soltanto dentro la bisaccia che portano avanti, contente i difetti altrui, senza mai curarsi di osservare quella che portano dietro le spalle, contenente i propri difetti. Bene farebbero certi consiglieri a sbirciare ogni tanto anche dentro la bisaccia che portano sulle loro spalle, di certo rifletterebbero di più prima di parlare ed attaccare inutilmente.
 “Giove ci impose due bisacce: ci mise dietro quella piena dei nostri difetti, e, davanti, sul petto, quella con i difetti degli altri. Perciò non possiamo scorgere i nostri difetti, e, non appena gli altri sbagliano, siamo pronti a biasimarli.”  (Fedro - 20/15 a.C. circa – 51 d.C. ca.)

Manuela Lentini



 

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