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15/12/2014 - 09:17:37

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FACEBOOK: GENITORI DISTRATTI E FIGLI INCOSCIENTI. ATTENTI A QUELLO CHE SCRIVONO I VOSTRI RAGAZZI

Spesso vengono postati messaggi a rischio di querele penali che poi i ragazzi pagano a caro prezzo nel corso della loro vita.


Facebook: genitori distratti e figli incoscienti. Attenti a quello che scrivono i vostri ragazzi

I genitori dovrebbero controllare con maggiore attenzione l’attività dei propri figli su Internet perché accade spesso che quella che considerano una attività di secondo piano dei propri ragazzi rischia, a loro insaputa, di trasformarsi in un calvario giudiziario con pesanti risvolti negativi.
Ci rendiamo conto che per alcune generazioni, non in grado di adattarsi alla rivoluzione tecnologica, già la parola “Facebook” risulta incomprensibile ed è impensabile, per chi non ha mai voluto o potuto adattarsi ai cambiamenti, sedersi davanti una tastiera e prendere in mano il mouse. Sarà per questo motivo, la mancanza di controllo, che numerosi ragazzi inconsapevoli del rischio che corrono spesso diffamano persone e aziende incorrendo poi in querele penali che oltre a costare tanti soldi ai loro genitori finisco per, come si usa dire, “macchiare le carte”. Una conseguenza della quale si renderanno conto nel momento in cui tenteranno di entrare nel mondo del lavoro.

I tribunali italiani sono pieni di questo tipo di cause e non sono poche le famiglie che si sono dovute indebitare per rimediare a qualche messaggio dei loro figli inserito su Facebook magari in qualche noioso pomeriggio invernale.
Sulle pagine del social network che riguardano gli utenti di Piazza Armerina leggiamo spesso accuse, illazioni, sbeffeggiamenti e ingiurie che se non hanno uno strascico legale è solo per un caso fortuito o per l’eccessiva bontà di chi li riceve. Molti ragazzi non sanno che nonostante l’anonimato la polizia postale è sempre in grado di risalire a chi ha inserito il “Post” e sconoscono totalmente la legge visto che spesso pensano di poter offendere senza citare il nome della persona attaccata. In realtà basta che l’ingiuria o la diffamazione sia riconducibile in qualche maniera ad un determinato soggetto per far scattare il diritto di querela. Inoltre non hanno alcuna dimestichezza con le regole che stanno alla base del diritto di espressione e quello di satira che spesso travalicano senza rendersene conto.

Per quel che ci riguarda, anche se la legge esclude una nostra responsabilità diretta per quanto riguarda ciò che viene postato su Facebook dai nostri utenti , cerchiamo di tutelare tutti invitando spesso a modificare o a cancellare i post offensivi. Contro di noi, da parte di  una ben identificata area politica, si è poi scatenata una vera campagna denigratoria e in molti casi sarebbe bastato portare la documentazione al nostro avvocato per ottenere giustizia, ma noi siamo tra quelli buoni… e non vogliamo distruggere il futuro di qualche ragazzino troppo preso e compreso dal suo ruolo di “cane da guardia”, anche se alcuni “ragazzini” non lo sono più da tempo.

Resta comunque il problema della troppa superficialità di alcuni genitori che non si rendono conto che Internet è una grande risorsa ma che può anche essere, se male utilizzata, l’anticamera dell’inferno per chi scambia uno strumento di comunicazione per un’arma con cui colpire il prossimo, dando magari sfogo, in un ambiente virtuale, a tutte quelle frustrazioni che la vita reale gli  riserva.



 

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