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10/01/2015 - 18:08:21

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PIAZZA ARMERINA - P.D. '' PALIO DEI NORMANNI PRIMA DELLA PROMOZIONE IL RISPETTO DELLA TRADIZIONE''

''Non possiamo accettare l’idea che per promuovere Piazza Armerina sia necessario rinunciare al modo di sentire e vivere la nostra tradizione.


Piazza Armerina - P.D. '' Palio dei Normanni prima della promozione il rispetto della tradizione''

Entrando in una Chiesa cosa ci aspettiamo? Ed andando in una scuola? O in un ospedale? In una giornata di febbraio, muovendoci verso il carnevale di Acireale, quale manifestazione pensiamo di vedere? Una domanda, apparentemente banale,   che intendo porre con forza ai nostri amministratori, e che non può essere elusa, dal momento che la loro proposta di partecipare  al Carnevale di Acireale con una nutrita rappresentanza del nostro Palio, ha suscitato in moltissimi cittadini sdegno e sconcerto.

Verrebbe da chiedersi, ma questa proposta da cosa nasce? Come la mente di un cittadino piazzese  può partorire questa idea? Dal momento che per molti di noi è un’idea proprio impensabile, tanto che nessuna delle precedenti Amministrazioni aveva mostrato tanta originalità.
Cosa è dunque il Palio per noi Piazzesi?

Sappiamo che non si tratta di storia ma di una manifestazione che – unendo tradizione e leggenda, sacro e profano – è diventata per noi tutti simbolo di identità e di appartenenza a questa comunità. Non per i turisti  o per gli appassionati di rievocazioni, ma per noi, abitanti di questa Città, ormai da generazioni, il Palio è un elemento centrale del nostro calendario interno, sulla base del quale programmiamo le ferie, torniamo dai luoghi in cui siamo andati a cercare migliore fortuna e ci riconciliamo con la vocazione mariana della nostra terra.
Il Palio è quindi una cosa seria, che ci costa tempo, fatica ma alla quale non rinunciamo e sulla base della quale valutiamo la qualità dell’azione di un’amministrazione e di come sta attenta ai nostri bisogni.

Lo sanno bene i Comitati di Quartiere che dedicano moltissimi sforzi ed impegno per la sua buona riuscita ogni anno, malgrado le crescenti difficoltà. Al Palio non si rinuncia, il Palio è importante. Sarà pure un’invenzione del secondo dopoguerra, anche nata con l’idea di attrarre turisti a Piazza Armerina, ma oggi è un’altra cosa.
E’ uno dei pochi momenti dell’anno in cui questa Città si unisce, richiamando attorno ad una tradizione ceti sociali diversi, quartieri e periferie. Una delle rarissime occasioni in cui la competizione diventa ludica e sportiva, e ci sentiamo orgogliosi dei nostri cavalieri e dei nostri cavalli.

E’ il momento dell’anno in cui ci ricordiamo da dove siamo venuti, e che - anche se abitiamo in contrada Scarante, le nostre radici sono al Monte, o alla Castellina, ai Canali o al Casalotto, ed in quest’occasione possiamo ancora raccontarlo ai nostri figli o ai nipoti. Con la sfilata ci riappropriamo delle nostre strade, percorse a piedi, ed il rullare dei tamburi ci riporta alla storia che quelle strade hanno visto attraversare. Come separare poi la nostra devozione a Maria SS. delle Vittorie da questa tradizione? In Ruggero viene esaltata la funzione di baluardo della fede, la vittoria del bene sul male, la possibilità di salvezza dall’imprevedibile.

Il Palio è per noi, insomma, un rito, che ci consente di rinsaldare i legami della nostra comunità, che viviamo con una  partecipazione emotiva profonda e radicata.
Nessuna garanzia, nessun intervento a posteriori, potrà  farci accettare l’idea che per promuovere Piazza Armerina sia necessario rinunciare al modo di sentire e vivere la nostra tradizione. Chi va ad un carnevale si aspetta un carnevale e tenderà ad assimilare tutto quello che vede ad un carnevale. Specie se – consultando internet – legge che si tratta di una manifestazione costruita ad hoc per richiamare turisti.
L’intento promozionale è certo buono, ma la strategia non rispetta la vocazione attuale del Palio e del nostro sentirlo.

Di questo bisogna prendere atto, ed averne rispetto, con buona pace di tutti.
Ed anzi, vista l’occasione, si potrebbe seriamente riflettere sulla possibilità di migliorarlo, per esempio favorendo un lavoro tra le diverse generazioni, che coinvolga le scuole, le associazioni e le istituzioni, ciascuna per propria competenza. Affinché, prima di pensare di essere un prodotto turistico, ci ricordiamo di essere una comunità.


Ilenia Adamo
Partito Democratico
Piazza Armerina



 

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