Nel 2015 in Italia sono arrivati in 116.127 tra clandestini e profughi. Di questi, 94mila sono ospitati presso strutture temporanee di accoglienza messe a disposizione dallo Stato, principalmente appartamenti privati e altri impianti concessi da aziende sanitarie, da amministrazioni comunali e anche dalla Chiesa. Tuttavia non basta. Il saldo è ancora negativo, come si evince anche da un documento del Ministero dell’Interno, rivelato dal Corriere della Sera: c’è bisogno di oltre 20mila nuovi posti e tra qualche giorno proprio il Viminale emetterà una nuova circolare per il reperimento degli alloggi necessari ad ospitare i migranti. La distribuzione, evidenzia Fiorenza Sarzanini, continuerà ad essere equa, lasciando al primo posto la Sicilia con il 15 per cento e subito dopo la Lombardia con il 13 per cento e il Lazio con il 9 per cento.
Il nuovo piano di accoglienza per i migranti
Al vertice straordinario del prossimo 14 settembre l'Italia chiederà alla Ue l'innalzamento delle quote da distribuire e l'obbligo di accoglienza per ogni Paesi membro. Attualmente ci sono oltre novemila stranieri nel centri governativi, mentre più di 65 mila sono nelle strutture temporanee e oltre 20 mila in quelle messe a disposizione grazie al sistema Sprar. E’ probabile che le nuove strutture destinate ad occupare i profughi saranno ricercate negli alberghi, nei campeggi, nei residence e nei villaggi turistici, vista l’ormai imminente conclusione della stagione estiva e le stanze nuovamente disponibili. Ieri il ministro dell'Interno Angelino Alfano è stato chiaro: gli hotspot i centri di smistamento e fotosegnalamento entreranno in vigore appena comincerà la distribuzione dei migranti fra tutti i Paesi della Ue. Il Corsera evidenzia infine un altro capitolo spinoso in riferimento all’emergenza migranti: i finanziamenti. “Secondo i conti già elaborati – scrive la Sarzanini – il nostro Paese spenderà per il 2015 circa un miliardo di euro, quasi trecentomila euro in più dell’anno scorso. Lo stanziamento previsto dal ministero dell’Economia è di 750 mila euro, ma nelle casse del Viminale devono ancora arrivare 380 mila euro e senza quei fondi il sistema rischia di arrivare al collasso”
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