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23/04/2014 - 09:55:48

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LA RIFORMA DEL TITOLO V

Le Regioni si sono dimostrate la causa prima del disastro finanziario del paese, luoghi di malcostume e di connivenza con gli ambienti della malavita organizzata.


La Riforma del titolo V

Sempre su questa stessa rubrica sono intervenuto più volte sul problema della abolizione delle province, di cui sono stato un convinto sostenitore. Problema che si trascina da decenni ed ancora non risolto in modo definitivo. A differenza di quanto viene da tempo sostenuto dalla classe politica,  abolizione utile per la riduzione della spesa pubblica, ho sempre sottolineato che l'abolizione era stata prevista fin dal 1970,  contestualmente alla approvazione della legge istitutiva della regioni a statuto ordinario.


Ho voluto rileggere gli atti parlamentari, sia della Camera che del Senato, dai quali risulta che la proposta avanzata dal  più piccolo partito della coalizione del Governo, il Partito Repubblicano dell'on.  Ugo La Malfa, era stata inizialmente contrastata da tutti i partiti della coalizione, anche per il fatto che il paese attraversava una delle ricorrenti crisi, collegata questa volta alla nazionalizzazione dell'industria della energia elettrica.
In quella sede i rappresentanti del PRI, piccolo partito  necessario per la tenuta del Governo, concordarono che  con l'approvazione della legge istitutiva delle regioni si doveva procedere subito alla abolizione delle province “divenute enti inutili” ed anche perchè in nessuna nazione il livello amministrativo dello Stato si articolava su quattro livelli: comune, provincia, regione e stato.

 


Proprio per il rispetto dell'impegno assunto dalle Camere in occasione dell'approvazione della legge, impegno  che per il comune cittadino rappresenterebbe la clausola  di “condizione sospensiva del contratto”,  ho ritenuto di intrattenermi più volte su questo argomento sostenendo che l'abolizione delle province non doveva essere collegata alla necessità della riduzione della spesa pubblica.

 

Valutando attentamente i fatti accaduti dal 1970 in poi, e non solo tutti quelli che sono stati portati dalla magistratura all'attenzione della gente, verrebbe di fare una valutazione più critica delle iniziative di riforma in corso. Il risparmio con la abolizione dell'ente provincia sarà di  gran lunga inferiore al costo, non solo finanziario, di tutte le regioni d'Italia.
Le Regioni si sono dimostrate la causa prima del disastro finanziario del paese, luoghi di malcostume e di connivenza con gli  ambienti della malavita organizzata, la quale è riuscita ad esportare in tutta Italia i sistemi tradizionalmente usati dalla mafia, dalla  'ntrangheta, dalla camorra e dalla sacra corona unita. Al momento in cui il Parlamento è chiamato a modificare il titolo V della Costituzione, sarebbe opportuno valutare seriamente la possibilità di riconsiderare per intero il problema e mantenere in vita l'Ente Provincia, ancora non  definitivamente abolito, ed abolire la fallita organizzazione regionale dello Stato.

 


 



 

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