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17/10/2014 - 09:17:48

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PANTANI, NUOVA INCHIESTA. LE SCOMMESSE DELLA CAMORRA DIETRO LO STOP AL GIRO 1999

l procuratore di Forlì Sergio Sottani ha aperto una nuova inchiesta per fare luce su quanto accadde il 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, quando Marco Pantani venne sospeso durante il Giro d'Italia


Pantani, nuova inchiesta. Le scommesse della camorra dietro lo stop al Giro 1999

Ci sono dettagli sulla morte di Marco Pantani, scomparso il 14 febbraio del 2004 in un residence di Rimini, che per 10 anni sono stati praticamente ignorati dagli inquirenti. Ma ce ne sono anche molti altri di quando il Pirata era vivo che a lungo non sono stati presi in considerazione e che, invece, potrebbero rivelarsi determinanti ai fini della risoluzione di un “giallo” che ha attraversato la storia dello sport e commosso gli italiani. Il Procuratore di Forlì Sergio Sottani ha infatti deciso di aprire un nuovo fascicolo di inchiesta sulla scomparsa del campione romagnolo, partendo però da molto lontano: da una data – quella del 5 giugno del 1999 – dagli appassionati di ciclismo considerata l’inizio della fine di Pantani. Quel giorno il Pirata, in maglia rosa, venne sottoposto a un controllo di routine nella penultima tappa del Giro d’Italia, a Madonna di Campiglio. Malgrado la sera prima – e tutte le altre precedenti – i suoi valori ematici fossero regolari quella mattina gli venne riscontrata un’anomalia: ematocrito alto, sangue troppo denso. Nessuna prova dell’uso di sostanze dopanti, ma il Pirata venne ugualmente sospeso in via cautelare. Quel giorno iniziò lentamente a morire. Ma quel giorno, secondo il procuratore Sottani – qualcuno avrebbe potuto manipolare il risultato del controllo.

 

Il racconto di Vallanzasca: “Un detenuto mi suggerì di scommettere che Pantani non avrebbe vinto il Giro d’Italia”
Nei prossimi giorni verrà interrogato sulla vicenda persino Renato Vallanzasca. Cosa c’entra il rapinatore con Marco Pantani? In realtà le cronache ne hanno sempre scritto. Pochi giorni prima della fine del Giro d’Italia il criminale venne avvicinato da un detenuto in carcere. Vallanzasca racconterà in una lettera a Tonina Pantani:

Non sapevo e neppure ora so cosa sia successo di preciso: quel che è certo è che quattro o cinque giorni prima che fermassero Marco a Madonna di Campiglio, mi avvicinò un amico, anche se forse lo dovrei definire solo un conoscente, che mi disse: “Renato, so che sei un bravo ragazzo e che sei in galera da un sacco di tempo… per questo mi sento di farti un favore”. Ero in vero un po’ sconcertato ma lo lasciai parlare… “Hai qualche milione da buttare?… Se si, puntalo sul vincitore del Giro!… Non so chi vincerà… ma sicuramente non sarà Pantani!…”… Da un lato ero certo che nessuno avrebbe mai pensato di potermi fare uno spiacevole scherzo… ma dall’altro vedevo Marco che viaggiava troppo forte!
Glielo feci presente dicendogli testualmente “Per non farlo arrivare a Milano in Rosa, gli possono solo sparare…” e Lui continuò dicendo: “Senti Renato, non so come, ma il giro Non lo Vincerà Sicuramente Lui!”. Sapevo chi era e quali erano le sue frequentazioni a livello di scommesse clandestine e così la presi per buona, anche se non avrei comunque scommesso perché non sono uno scommettitore… ma anche volendo, non avevo disponibile una cifra così consistente da cambiarmi la vita…”.

 

L’ombra delle scommesse clandestine dietro la sospensione dal Giro d’Italia 1999
Il racconto di Vallanzasca era noto da anni, eppure l’ipotesi che dietro quella sospensione per ematocrito alto alla vigilia del termine del Giro d’Italia non sfiorò mai gli inquirenti. Stavolta, invece, quegli strani “consigli” in carcere verranno presi in considerazione. Già nel 2008 Vittorio Savini, storico capo dei tifosi di Pantani, raccontò di “aver ricevuto telefonate da persone che minacciavano di sparare a Marco pur di fermarlo durante il Giro, gli dissero che non sarebbe mai arrivato a Milano”. Tonina – madre di Marco – raccontò che Savini “non ha mai fatto i nomi per paura che gli dessero fuoco all’officina”.


 

Provette manipolate per alterare il risultato?
Insomma, dietro la sospensione del Pirata potrebbe esserci un giro di scommesse clandestine: è su questa ipotesi che ora la Procura di Forlì sta indagando. Sergio Sottani ha ascoltata la mamma del Pirata che, assistita dall’avvocato Antonio De Rensis, ha ottenuto la riapertura del caso. Successivamente sono stati convocati anche medici e altri personaggi “vicini” a Pantani che avrebbero confermato le anomalie di quel 5 giugno a Madonna di Campiglio. In un’intervista rilasciata a Fanpage il giornalista e scrittore Enzo Vicennati aveva anticipato una di quelle anomalie: “Gli ispettori arrivarono nel suo hotel più tardi del solito: se Marco avesse voluto invalidare il controllo gli sarebbe bastato fare colazione; invece aveva la coscienza pulita e si sottopose al prelievo (che, per regola, va fatto a stomaco vuoto, ndr). Chi era presente nella stanza dove venne effettuato il controllo racconta che un ispettore era particolarmente nervoso e si affrettò a far riconoscere a Marco solo una delle due provette. Inoltre pare che venne esaminato solo il sangue di una provetta (l’altra, venne detto, era rotta): ciò rappresentava una violazione del regolamento, che prevede che venga analizzato il sangue di due provette”. Infine c’è lo strano andamento dell’ematocrito di Marco Pantani: la sera prima del controllo era a 48 punti percentuali, cioè perfettamente in regola. Il test degli ispettori fece registrare 51,9, quanto bastava per sospendere il Pirata che però quella sera, rientrando a Imola, effettuò nuovamente il controllo: l’ematocrito era nuovamente a 48.

 

Intorno a questi elementi la Procura di Forlì sta indagando: l’ipotesi di reato è associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva e il timore è che a muovere i fili sia stato un clan camorristico.

 




 

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