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16/01/2017 - 08:55:42

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IL CHIELLO NON Č PIŲ UN OSPEDALE. SVUOTATI O PARZIALMENTE CHIUSI I REPARTI.

Se pensiamo che nessuno dei reparti ha attualmente e da tempo il primario, abbiamo una conferma che le scelte non sono tanto casuali!


Il Chiello non č pių un ospedale. Svuotati o parzialmente chiusi i reparti. L’uso del metodo John Keating per capire la realtà delle cose è un esercizio che fa scomparire la nebbia che avvolge i fatti o che rivela i giochi di specchi che servono a nascondere la verità.

Aono trascorse poche ore da quando abbiamo pubblicato “Il sabato del villaggio” dedicato alla questione del Chiello (ospedale o poliambulatorio?) che la verità appare nella dura, inoppugnabile forma di una nota della Direzione sanitaria dell’ASP di Enna datata 10 gennaio.
Con questa nota firmata dal Direttore medico dott. Cunsolo, dal Direttore sanitario dott. Cassarà e dal Direttore generale dott.ssa Fidelio, «valutati il numero dei posti letto e il tasso di occupazione degli stessi» i reparti del Chiello vengono drasticamente ridimensionati. Chirurgia, che fino ad ora aveva avuto 12 posti letto + 2 in Day Hospital, li vede ridotti a 8 posti letto ordinari e 2 in DH. Analoga riduzione a Ortopedia.
Cosa vuol dire questo per reparti che fino a 5 anni fa avevano 16 posti letto, poi 12 e, infine, 10?
Che il personale in servizio presso questi reparti adesso è in esubero dunque va trasferito a Enna. Infatti poche righe più in basso si legge: «secondo tale temporanea rideterminazione, di seguito la conseguente riassegnazione» con la quale si trasferiscono 2 infermieri dalla chirurgia del Chiello a quella dell’Umberto I e 1 infermiere dall’Ortopedia dell’ospedale di Piazza a quello di Enna.


Chiaro no? E non basta.
«visto il numero dei posti letto e valutate le attività della cardiologia e della UO Pediatria-UTIN» anche 1 infermiere della cardiologia viene trasferito a Enna, mentre il personale di Pediatria dovrà coprire come un unico team i due ospedali.
Tutto questo accadrà a partire dall’1 febbraio, come ha avvertito la signora Rovetto in un suo post su Facebook.
Per ricapitolare: prima si spostano medici e infermieri da Piazza a Enna (il primario e gli aiuti dei due reparti), in conseguenza, naturalmente, si riducono a Piazza ricoveri e operazioni. Successivamente si prende atto della riduzione facendo finta che non era stata determinata dalle scelte precedenti, dunque si trasferisce ulteriore personale a Enna perché a Piazza è in sovrannumero, impoverendo ulteriormente il Chiello e rendendo sempre più difficoltosa l’attività dei bravi medici ancora in servizio a contrada Bellia. Geniale! Se pensiamo che nessuno dei reparti ha attualmente e da tempo il primario, abbiamo una conferma che le scelte non sono tanto casuali!

Ma c’è di più.
Due giorni prima un’altra circolare ha disposto che al Chiello la sala operatoria chiude nei giorni feriali alle 14.00 (tre giorni è dedicata alla chirurgia e due all’ortopedia) e nei fine settimana chiude del tutto, mentre il personale viene spostato a Enna per garantire i turni.
Come si vede, dunque, il Chiello già ora non è più un ospedale.
Dove sono tutti coloro che, impettiti e sprezzanti del ridicolo hanno appuntato sul bavero della loro giacca la medaglia di “salvatori del Chiello”? E mi raccomando: non fatevi venire un attacco di appendicite e non rompetevi una gamba il sabato pomeriggio. La sala operatoria è chiusa!

Carmelo Nigrelli



 

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