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17/06/2017 - 13:10:28

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LA POLEMICA CON IL MOVIMENTO 5 STELLE - MANTENIAMO LA CALMA: CI GUADAGNERÀ LA DEMOCRAZIA

Da sempre chi si occupa di informazione ha utilizzato fonti, diciamo così, riservate e ha cercato di capire cosa succede in ambito politico anche attraverso la raccolta di indiscrezioni


La polemica con il Movimento 5 Stelle - Manteniamo la calma: ci guadagnerà la democrazia Il sabato del Villaggio Carmelo Nigrelli
 

Nella settimana che è appena trascorsa sono accaduti due fatti analoghi e paralleli.


Il primo. 
Il 15 giugno Repubblica fa uno scoop intitolato “I segnali tra grillini e Lega e l'incontro Salvini-Casaleggio contro le larghe intese”. Secondo l’articolo all’inizio del mese ci sarebbe stato un incontro tra Casaleggio e Salvini quando sembrava che la legge elettorale “alla tedesca” potesse essere approvata e i due leader cercavano un antidoto alla probabile grande coalizione PD-Forza Italia.
Immediata la reazione dei leghisti, ma soprattutto dei grillini che hanno attaccato a testa bassa il giornale romano, giungendo, con l’ineffabile Di Maio, a minacciare Repubblica. Il direttore, Mario Calabresi, è intervenuto nella stessa serata affermando che: «In un paese normale i politici non si nascondono dietro false smentite: confermiamo l'incontro Casaleggio-Salvini. Abbiamo fonti certe».

Il secondo.
Nella stessa giornata un fatto del tutto analogo accade tra Startnews e il M5S di Piazza. Nicola Lo Iacono pubblica un articolo in cui dà conto di divisioni e abbandoni nel gruppo locale dei grillini e di attività di preparazione alle imminenti elezioni regionali, avendone avuto informazioni da persone che ne hanno fatto parte. La reazione del Meetup locale è immediata: smentite le divisioni, smentiti gli abbandoni e smentiti gli incontri. La nota, firmata da uno dei leader locali del M5S, Giampiero Alfarini, è molto dura e viene subito pubblicata su Startnews, seguita da un’altrettanto decisa replica di Nicola Lo Iacono. Nella chiara differenza di posizioni e nel confronto anche duro è però dimostrata la mancanza di pregiudizi reciproci. Per completezza di informazione dico anche che in una cordiale telefonata tra me e Giampiero Alfarini sono stati chiariti, credo, i termini della questione. Prendo atto, in particolare, che non ci sarebbe stato alcun incontro di preparazione alla candidatura regionale, ma se anche ci fosse stato non ci avrei trovato nulla di male, né di sbagliato.

La cosa potrebbe finire lì, querele a parte, che non sarebbero utili né a Di Maio, né ai pentastellati piazzesi. Ma la concomitanza dei due fatti (diversi per importanza, per carità), spinge a condividere alcune riflessioni.
Da sempre chi si occupa di informazione ha utilizzato fonti, diciamo così, riservate e ha cercato di capire cosa succede in ambito politico anche attraverso la raccolta di indiscrezioni o voci di corridoio (naturalmente dichiarando che si tratta di quel tipo di informazioni e non di certezze). E spesso chi si è sentito colpito da questo tipo di articolo, si è infuriato.
A me sembra che negli ultimi anni questo modo di fare informazione si sia esteso e, in particolare, riguardi il Movimento. Perché? Una prima causa mi pare sia di carattere generale: le sedi di partito dove si discuteva apertamente di tutte le questioni politiche – a livello locale e nazionale – non esistono quasi più. Il segretario del partito storico più grande preferisce colloquiare direttamente con il mondo intero attraverso Twitter o con la rassegna stampa che fa in diretta video su Facebook, piuttosto che riunire la direzione nazionale e gli organismi politici e poi aprire un confronto libero all’interno delle sedi periferiche del partito. Il capo della più grande forza politica del Paese (secondo i sondaggi) decide in beata solitudine e in barba a ogni meccanismo di partecipazione reale (dal caso della candidata sindaca di Genova, silurata dopo avere vinto le comunarie, alle altalenanti posizioni di tutti i temi cruciali della vita politica italiana ed europea). Anche a livello locale chi fa politica preferisce usare i social network, piuttosto che incontrare chi fa informazione e può porre domande non prevedibili. 

A chi vuole fare informazione, a chi vuole che i cittadini sappiano come evolvono le cose in politica, non resta che fare come i rabdomanti, cercando notizie informali, cogliendo, magari, i momenti di sfogo di qualche militante deluso.
Una seconda causa riguarda in particolare M5S per la sua organizzazione interna che ho appena ricordato e perché ha costruito il suo successo innalzando il vessillo di una sua diversità dai partiti. Per questo Di Maio si scaglia contro Repubblica (Grillo ha sempre detto: accordi con nessuno). Per questo Giampiero Alfarini smentisce (gli incontri riservati e le divisioni non fanno parte del metodo grillino). 

Ma è ancora così? La diversità del M5S è ancora l’elemento centrale del consenso che attrae?
Oggi, che il Movimento di Grillo contende al Pd il ruolo di primo partito italiano, oggi che governa la prima e la terza città d’Italia può ancora fare leva esclusivamente su questa diversità? E, domanda ancora più importante: agli elettori interessa ancora questa presunta diversità o sono semplicemente attratti dal Movimento perché ne condividono le parole d’ordine?
La questione è, dicevo, generale. A Palermo come a Roma è evidente – anche per i risvolti che hanno avuto alcune vicende – che dentro il Movimento esistono correnti che hanno come riferimento alcuni leader locali e nazionali. E a volte si combattono duramente.  Quasi come nel Pd. Non c’è niente di strano soprattutto perché tra i grillini ci sono persone che provengono da culture politiche anche opposte e le sensibilità, alla fine, riemergono. 
Molti giornali hanno evidenziato la trasformazione di M5S da Movimento a partito: non solo quelli che non lo amano, come “il Giornale” o la stessa “Repubblica”, ma anche quelli che flirtano con lui come “Il fatto quotidiano”. 
Detto questo, tuttavia, prendiamo atto – come abbiamo fatto pubblicando immediatamente la replica – delle affermazioni dei pentastellati piazzesi ai quali le pagine di Startnews sono aperte, come peraltro a tutte le altre formazioni politiche da Fratelli d’Italia al Pd, se solo i gruppi politici locali ritengono di comunicare le loro idee.

Ciò non toglie che chi scrive su Startnews, i collaboratori o il direttore, hanno una loro – non necessariamente coincidente – posizione sia sulle vicende locali che su quelle di altri livelli che possono, anzi devono, dichiarare esplicitamente, soprattutto nell’approssimarsi degli appuntamenti elettorali. Per rispetto dei lettori.
Tra meno di 5 mesi i siciliani voteranno per eleggere l’Assemblea regionale siciliana (io non so ancora se voterò) e tra meno di un anno per sostituire quella che giudico la peggiore amministrazione comunale dell’ultimo trentennio. Saranno per i cittadini due momenti difficili e pieni di responsabilità. Per questo tutti, chi si propone nell’agone politico e chi fa informazione, abbiamo il dovere di non perdere la calma. Chi si propone, racconti ai cittadini non tanto quello che non va (ché lo vediamo tutti), ma cosa farebbe per fare andare meglio le cose e così ci guadagneranno la democrazia e la libertà di tutti noi.

A Giampiero Alfarini e più in generale al M5S, che saranno comunque attori principali, propongo una intervista senza rete e senza filtri nella quale potranno liberamente rendere chiare le posizioni riguardo ad alcuni tra i temi principali che stanno a cuore ai cittadini.

Carmelo Nigrelli



 

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