.

08/12/2013 - 09:08:26

             1354

StartNews.it

 

BLOCCHI IN TUTTA ITALIA PER LA PROTESTA DEGLI AUTOTRASPORTATORI . COME USCIRE DALLA CRISI?

Non esistono ricette magiche, serve tempo….ma la gente è stanca e nessuno può prevedere cosa accadrà domani.


Blocchi in tutta Italia per la protesta degli autotrasportatori . Come uscire dalla crisi?

La Protesta.

Domani parte la protesta degli autotrasportatori che potrebbe paralizzare l’Italia. Mentre  il Viminale (Ministero degli interni) ha inviato venerdì sera una circolare ai prefetti e alle questure con cui vieta ogni assembramento o presidio in prossimità di svincoli autostradali, ferroviari, marittimi, nonché ogni tentativo di bloccare le strade, i sostenitori della necessità di “licenziare i parlamentari”, attraverso i social network continuano a organizzare la manifestazione che prenderà il via domani mattina.

Alla base della protesta, secondo quanto viene affermato nella pagina Facebook dagli stessi organizzatori, c’è la necessità di voltare pagina soprattutto in relazione alla politica fiscale che sta strangolando le piccole aziende di autotrasporto e costringendo alla chiusura numerose attività, ma ad aderire alle manifestazioni che si stanno preparando in tutta Italia ci sono anche comuni cittadini e lavoratori di altre categorie.

 

L’obiettivo, non dichiarato, sembrerebbe essere quello di bloccare l’Italia almeno per qualche giorno ma, visto il livello di esasperazione della gente,  la protesta potrebbe anche sfuggire di mano agli organizzatori innescando così pericolose tensioni sociali su tutto il territorio nazionale.
Per rendersi conto della situazione basta leggere i commenti sulla pagina Facebook “licenziati dal popolo”. Afferma Edoardo: “Non abbiamo paura... e che nessuno ne abbia. Stiamo per iniziare la nostra battaglia ragionata. Non useremo armi. Non ci abbasseremo al loro livello. Noi lottiamo con il cuore, ci costi pure la vita. Ci saranno dei sacrifici da affrontare, soffriremo, si, è inutile negarlo. Ma dobbiamo rialzare la testa. Dobbiamo sciogliere quel fango che offusca il cervello di tanti cittadini onesti sapientemente addormentati da una politica affamata, ipocrita, falsa, sanguisuga e opportunista”

 

Occupazione.
Il vero problema è che in una situazione economica così complessa, nonostante i proclami,  nessuno ha ricette magiche per uscire dalla crisi. Il governo ha poche armi a disposizione e quasi tutte prevedono un aumento dell’imposizione fiscale già a livelli record. Il tentativo di raccogliere risorse per destinarle alla diminuzione del “cuneo fiscale”, ovvero la differenza tra quanto percepisce un lavoratore e quello che paga un’azienda,  favorendo così le assunzioni, passa dalla necessità di reperire risorse aumentando tasse e diminuendo il debito pubblico.
La strada per diminuire il debito pubblico, fino ad oggi, è stata quella di ridurre i trasferimenti agli enti locali , costringendo quest’ultimi ad aumentare le tasse. Alla fine sono sempre le famiglie , in una maniera o nell’altra, a pagare.

 

Consumi.
Forse la strada più corretta sarebbe quella di favorire le famiglie diminuendo le tasse e sostenendo in qualche maniera la domanda interna. Questo, in teoria, potrebbe favorire un aumento dell’occupazione contando su maggiori consumi e quindi su migliori affari per le aziende.
Ma anche in questo caso non è detto che  l’aumento della liquidità si trasformi integralmente in consumi. Molte famiglie, che in questi anni hanno fatto ricorso ai propri risparmi, in un grande clima di incertezza penserebbero prima di tutto a ricostituire le scorte. Aumenterebbe il risparmio privato e gli effetti sull’economia sarebbero molto limitati.

 


Uscita dall’Euro.
Negl’anni ’70 e ’80, in situazioni simili a quella attuale, il problema veniva risolto stampando più moneta e svalutando la lira. Il tutto si traduceva in maggiori esportazioni e maggiori consumi interni. Mettendo da parte alcuni risvolti negativi  di questo tipo di scelte economiche, oggi questo non è più possibile farlo visto che lo stato italiano non stampa più moneta. Ecco perché alcuni vedono l’uscita dall’Europa come una soluzione. Strada non percorribile perché se tornassimo alla lira subiremmo una svalutazione così grande che impoverirebbe il Paese e farebbe schizzare i prezzi a livelli impensabili. Tenendo conto che l’Italia produce poche materie prime  e in pratica importa tutto il proprio fabbisogno energetico, pagheremmo la benzina a 8.000 lire al litro e, di riflesso, un Kg. di pane a 6-7 mila lire, mentre gli stipendi resterebbero uguali e la disoccupazione farebbe un grande balzo in avanti.

 

La soluzione rapida.
La soluzione “rapida” non esiste perché occorre agire su così tante variabili, a cui aggiungiamo anche quella della necessità di riforme strutturali, che non si può non constatare che la strada è lunga e tutta in salita. Chi afferma di avere scorciatoie è in malafede.
Qualcuno pensa di trovare una soluzione cambiando gli uomini che sono in Parlamento con altri uomini. Ma io mi chiedo quale vantaggio potrei avere se la posto dell’onorevole tal dei tali mandassi il mio vicino di casa. D’altra parte un buon venti percento dell’attuale Parlamento è composto da gente comune nominata da Grillo e non mi pare che per l’Italia sia cambiato qualcosa.

Insomma tutte le soluzioni di “pancia” o non sono praticabili o non producono gli effetti sperati visto che in economia, in questa economia, se modifichi qualcosa è inevitabile un effetto domino.
E’ come dire….se prendi il capo di un bastone non puoi fare a meno di prendere anche l’altro.

 

Nicola Lo Iacono

 

 

 

 



 

   Iscriviti alla nostra Mailing List

>

StartNews.it
Blog
sede:  Piazza Armerina
email: info@startnews.it