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24/11/2014 - 15:35:13

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JOBS ACT AL SENATO

La sinistra del P.D. si prepara ad effettuare azioni di disturbo, che potrebbero portare anche ad un crisi di governo


Jobs Act al Senato

In vista della discussione al Senato della Jobs act la sinistra del P.D. si prepara ad effettuare azioni di disturbo, che potrebbero portare anche ad un crisi di governo
Se le posizioni da tempo ufficializzate dalla minoranza del P.D., che non avrebbe votato la legge già approvata dalla Camera, e la risposta del Governo che non sarebbe stata accettata alcuna proposta di modifica, con la precisazione che potrà essere richiesto il voto di fiducia, lo scenario  si presenterà molto complicato.
Se la sinistra del P.D. manterrà la sua ferma posizione e riuscirà ad attrarre il numero di senatori necessari per la non approvazione della fiducia, certamente si andrà subito a nuove elezioni.


Renzi in tutte le occasioni continua a dimostrarsi sicuro della approvazione della legge ed il tono dei suoi discorsi non è quello di cercare di ammorbidire, anche solo formalmente, l'atteggiamento della controparte.
Forse Renzi è convinto che per il solo rischio di andare a nuove elezioni, alcuni senatori di gruppi di opposizione  diversi, potrebbero creare direttamente o indirettamente le condizioni per l'approvazione della fiducia.
Nel caso contrario con quale legge si andrebbe a votare ?
Considerato che la nuova legge è stata approvata dalla sola Camera. che parte del porcellun è stata dichiarata incostituzionale, il Parlamento dovrebbe trovare una soluzione per non fare  intervenire sull'argomento nuovamente la Corte Costituzionale.
Al Parlamento desidero ricordare quello che ha scritto l'on.Emanuele Macaluso, uno dei padri del vecchio P.C.I., nel suo libro “Giulio Andreotti tra Stato e Mafia , nel capitolo Il Caso Italia”:


Il 4 aprile 1995, alla vigilia delle elezioni regionali e amministrative il Senatore a vita Giulio Andreotti prese la parola,  in un'aula, insolitamente affollata, e spiegò che il decreto del governo volto a prorogare i termini di presentazione delle liste elettorali, era incostituzionale.
Il Senatore,infatti, nel suo breve e succoso intervento chiarì che le leggi elettorali non possono essere modificate con decreto.
Lo vieta la costituzione, anche se si tratta di modifiche marginali”.
Sarebbe opportuno considerare il pensiero del Sen Andreotti per evitare che, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale sul porcellum, si possa aprire altra strada difficilmente percorribile.


 



 

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