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17/12/2016 - 09:18:17

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DA ROMA ALLA PERIFERIA: CLIENTELISMO, CORRUZIONE E PERDITA DI SPERANZA

Chi abita a Piazza Armerina vede ogni giorno che la pratica clientelare è l’unico motore di ogni singola azione condotta dall’attuale amministrazione.


Da Roma alla periferia: clientelismo, corruzione e perdita di speranza Il sabato del Villaggio
Carmelo Nigrelli

Il fatto che il braccio destro della sindaca di Roma Maggi, Raffaele Marra, sia stato arrestato per corruzione non è una buona notizia. E non mi riferisco al fatto che non è una buona notizia per il Movimento 5 stelle, ma per l’Italia intera. Proverò a spiegare perché.

Fino ad ora il M5S ha urlato in faccia a tutti e soprattutto ai cittadini che ha frastornato con la sua efficacissima strategia comunicativa di essere cosa altra rispetto ai partiti, all’establishment, a coloro, insomma, che nella narrazione pentastellata si sono mangiati l’Italia. Il Movimento è cresciuto velocemente e grandemente convincendo tutti coloro che lo hanno votati e tanti che sono tentati di votarlo alle prossime elezioni, che ciascun cittadino è come il più importante dirigente del Movimento, che con il M5S sono i cittadini che vanno al potere saltando ogni mediazione e delega politica. Si tratta anche in questo caso di una postverità, cioè di una narrazione, appunto, che è palesemente falsa, ma viene creduta vera grazie alla forza della comunicazione. E si tratta della stessa tecnica che usò Berlusconi nel 1994 quando convinse gli italiani che lui era uno di loro e che avrebbe governato in nome e per conto dei cittadini. Lo stesso ha fatto Trump nelle recenti elezioni americane quando si è fatto portavoce dei bisogni dei diseredati bianchi d’America. In entrambi i casi la truffa è evidente: può un multimiliardario interpretare i bisogni di gente che ha una disponibilità mensile inferiore al costo di un suo paio di scarpe? Eppure ci caddero gli italiani nel 1994 e gli americani nel 2016. 

Contrariamente alla narrazione che ha spinto milioni di cittadini a votare M5S convinti di determinare le scelte importanti, il movimento è guidato in maniera tutt’altro che democratica e, addirittura, oscura e i suoi veri leader non si sottopongono al giudizio degli elettori e determinano le scelte politiche in maniera irresponsabile nel senso letterale. Cioè non si assumono responsabilità.
Ciononostante la popolarità del movimento è cresciuta costantemente e non hanno influito le pessime prestazioni fornite dalle amministrazioni locali guidate dai grillini (a Bagheria, come ad Augusta, per fermarci alla Sicilia) o il fatto che, subito dopo le elezioni molte hanno abbandonato il movimento o ne sono state espulse (qui la lista è molto lunga, da Parma a Gela). Negli ultimi mesi, però, le cose stanno prendendo una brutta piega: le firme false a Palermo e Bologna e l’incapacità di governare la capitale, ma, soprattutto, i sempre più frequenti incidenti giudiziari, tra cui emergono quelli che hanno portato a Roma alle dimissioni dell’assessore all’ambiente Muraro e all’arresto di Marra, fanno temere che poi non ci sia tanta differenza tra il Movimento e i partiti al momento di governare.

E la reazione del M5S e di Grillo di fronte all’arresto di Marra è stata la stessa che ebbe Bettino Craxi ai tempi di Mario Chiesa: questo era un mariuolo, Marra è un tecnico, dunque non imputabile al M5S. Allora come oggi il politico non si assunse la responsabilità.
Perché tutto ciò è pericoloso? Perché credo che, in fondo, nonostante tutto, M5S ha convogliato dentro un percorso di regole democratiche (tranne che al suo interno) milioni di persone che vivono male in questa Italia povera, priva di idealità e di visione del futuro. Forse, senza il movimento, la maggior parte di queste si sarebbe rifugiata nell’astensionismo e forse qualcuno avrebbe potuto fare scelte eversive come quelle che abbiamo conosciuto negli anni Settanta. Per molti M5S rappresenta l’unica speranza o l’ultima spiaggia e un suo coinvolgimento nelle pratiche corruttive o concussive che coinvolgono gli altri partiti, più che le sue incapacità, possono essere disperanti.

Ma cosa c’è dietro questo dilagare di fatti legati alla corruzione che ci fanno ricordare il 1992 di mani pulite? Lo dicono gli studi, quello di Assonime del 2015 e quello pubblicato in questi giorni della Fondazione Res: il clientelismo. E, per questo, il nuovo campo d’azione non è più il Parlamento, ma sono le regioni e i comuni.
La corruzione non è legata, dunque, alla debolezza dell’etica pubblica dei cittadini o delle imprese, ma – hanno dimostrato questi studi – è l’evoluzione logica del clientelismo, di quella interpretazione del potere, cioè, che lo vede non come servizio per affrontare e, possibilmente, risolvere i problemi della comunità, ma come sensalìa (intermediazione) tra il bisogno del singolo e il suo soddisfacimento. Un meccanismo che trasforma il diritto in favore, in concessione e, al tempo stesso, che utilizza il potere solo come ricerca e consolidamento del consenso attraverso favori, sussidi, aiuti con fondi pubblici e posti di lavoro nell’arcipelago delle imprese che lavorano per il comune.Il tutto in cambio di voti e sostegno politico. 

Chi abita a Piazza Armerina vede ogni giorno che la pratica clientelare è l’unico motore di ogni singola azione condotta dall’attuale amministrazione. Che tutto ciò possa evolversi, se non è già accaduto, in corruzione non solo è possibile, ma probabile.L’unica differenza con quello che accade altrove è che queste pratiche a Piazza sembrano essere ormai passivamente accettate e nessuno, neppure, i grillini, ne fanno un campo di lotta politica. Forse qui la disperazione è già arrivata?

Carmelo Nigrelli





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